Le ciliegie “Ferrovia”, dalla caratteristica forma a cuore, costituiscono da decenni un vanto della cittadina di Turi e del suo circondario. La marca Tre Marie ha prodotto persino un dolce natalizio che le inseriva nel ripieno. Mai come ora, però, sono in piena bufera.
Da un lato, vi è il prezzo offerto alla produzione di un euro al chilo, mentre i negozi milanesi e romani ne chiedono 18 euro per la stessa quantità; di fronte a questa situazione alcuni produttori avrebbero deciso di non procedere neppure al raccolto, lasciandole sugli alberi.
La Sagra, giunta alla trentesima edizione e organizzata in paese, il 4 e 5 giugno, lungi dall’essere un’occasione di svago e di promozione turistica, com’era nelle tradizioni e nelle intenzioni degli organizzatori, Amministrazione comunale in primis, è stata investita, nel giorno dell’inaugurazione con i mammasantissima della politica, del clero e della società civile pugliese, da polemiche a non finire sulle prime pagine dei giornali ed è stata la notizia d’apertura del TGR Puglia in entrambe le edizioni.
E’ emerso, infatti, che il ‘popolo dei braccianti temporanei’, richiamati in loco dalla raccolta, molto spesso stranieri e per lo più extracomunitari, sono ammassati in una sorta di tendopoli rabberciata, che ne ospita 185, ma che, in realtà, era stata ideata per 125. ed è del tutto inadeguata al vivere civile, a cominciare dalla mancanza di servizi igienici e di luoghi in cui cucinare senza pericoli di fughe di gas da fornellini insicuri; oltre 300 altri lavoratori si sono, invece, accampati senza neanche il minimo conforto di tende meno precarie, arrangiandosi con le canadesi.
Paradossalmente, lo stesso Comune – che ha ricevuto dalla Regione Puglia 160mila euro per approntare il campo e ha protestato che si trattava di un’elemosina insufficiente a realizzare alcunché, utilizzando poi i fondi ricevuti per finanziare una cooperativa incaricata di tenere in ordine il campo di non accoglienza – pretende da ciascun lavoratore 1 euro al giorno, quale tassa di soggiorno, come se i braccianti fossero spensierati turisti in visita alle bellezze locali.
Il provvedimento discende da una determina del Commissario Prefettizio che ha preceduto le elezioni da cui è scaturita l’attuale Amministrazione che, però, in sella da tre anni, non ha mai pensato di abolire tale obbrobrio.
Le bacheche Fb del circondario sono inondate da articoli su questa incresciosa situazione: i post degli autoctoni sparano commenti infuocati e grondanti razzismo contro chi, al posto di locali che mai si sognerebbero di spezzarsi le reni nel raccolto, contribuiscono a far sì che, in un paese di 13 mila abitanti, lavorino a pieno regime ben 5 sportelli bancari, con un significativo andirivieni di clientela nel periodo della maturazione delle ciliegie Ferrovia.
Annamaria Barbato Ricci