Profonda crisi per la ciliegia del Veronese – ma anche, sia pure con minore gravità- in tutta Italia. Ma c’è chi – tra cui una parte della grande distribuzione scaligera – si è attivato per evitare la paralisi, in particolare della zona più prestigiosa: quella della Vallata dell’Alpone e del mercato di Montecchia di Crosara.
La crisi è dovuta alla presenza di molto prodotto, ma di piccola pezzatura. Nel contempo – dicono i tecnici – sono diminuiti anche i consumi perché l’annata è partita con il ritardo, dovuto al freddo che ha ritardato la maturazione, e dalla presenza di prodotti “concorrenti” come fragole e pesche, che hanno mutato le scelte dei consumatori.
Il Mercato di Montecchia fa in parte eccezione rispetto al quadro generale perché è ancora molto attivo grazie all’attenzione della gdo locale.
“È la prima volta che la Gdo – dice il direttore del mercato, Andrea Braga – e la produzione si incontrano per darsi reciprocamente una mano. Un buon esempio per altri prodotti e per il futuro”.
Che la crisi abbia riflessi significativi per l’economia agricola veronese lo confermano i dati. Verona, con 800 ettari a ciliegio rappresenta il 27% dei 2.900 ettari di superficie nel Veneto (seguono Vicenza, con 700 e Padova con 600 ettari).Considerando il grande frazionamento produttivo e la marginalità delle colture (salvo che per i grandi impianti specializzati)si stima che siano oltre 6.000 le aziende impegnate nella provincia , oltre all’indotto.
La crisi veneta rientra in quella generale dell’Italia, scalzata dai primi posti in particolare da Turchia e Cile e dalla crescita della Spagna.
Francesco Ruffo