Lo spauracchio delle gelate non è diventato realtà a Vignola. Il comparto delle ciliegie ha prato il colpo meglio del previsto. Le preoccupazioni che aleggiavano tra i produttori dopo il gelo di inizio aprile facevano presagire ad una campagna in netta salita.

“Invece dagli ultimi riscontri sul campo mancherà tra il 20 e il 25% del prodotto ma alla fine la produzione sarà superiore rispetto a quella dello scorso anno quando avevamo perso il 48%”, assicura Walter Monari, direttore del Consorzio di tutela della Ciliegia di Vignola IGP. “Ci attendiamo volumi tra i 30 e i 40 mila quintali. L’entità dei danni causati dalle gelate della seconda settimana di aprile è stata ridimensionata”, afferma Monari. “Le prospettive sono buone, così come la qualità, in certi casi anche ottima. Siamo in leggero ritardo sul calendario: partiremo attorno al 18-20 maggio, invece che il 15. Ma, ripeto, l’elevata qualità ci fa ben sperare, a patto che ora il clima non ci penalizzi ulteriormente”.

Il prodotto del Mezzogiorno, soprattutto pugliese, è già arrivato sugli scaffali della grande distribuzione. “Ma gli spazi per fare bene ci sono”, afferma ancora Monari. “Il nostro marchio è riconosciuto e sinonimo di qualità. Non solo. Siamo uno dei pochi marchi in grado di “timbrare” il 65% della produzione totale. In pochi ci riescono. Per molte IGP il prodotto certificato, a marchio, è sotto il 5%”.

L’IGP per la ciliegie di Vignola è sempre di più un valore aggiunto. “Nei primi anni (la certificazione è giunta nel 2012, mentre il consorzio esiste dal lontano 1965) era un costo. Negli ultimi due, tre anni i costi si riescono a pagare e anzi con il prodotto certificato si riescono a guadagnare tra i 20 e i 30 centesimi al chilo. Le grandi catene commerciali chiedono il nostro prodotto. La nostra IGP è vincente”.

A Vignola diversa invece la situazione per susine e albicocche con perdite fino al 60%.

Emanuele Zanini