CILE: SCIOPERO AL PORTO DI S. ANTONIO. PER ESPORTATORI PERDITE PER 4,6 MILIONI DI EURO AL GIORNO

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Uno sciopero dei lavoratori portuali cileni nel porto di San Antonio rischia di mandare in tilt il settore ortofrutticolo del Paese sudamericano. Asoex, associazione degli esportatori ortofrutticoli cileni, sostiene che a causa dello sciopero si stanno verificando perdite per 4,6 milioni di euro al giorno a causa di un’autentica paralisi della logistica e delle spedizioni.

Secondo i primi calcoli i danni in totale potrebbero ammontare a 39 milioni di euro.

Le principali preoccupazioni, come riporta Eurofruit, sono rivolte verso 2,3 milioni di cartoni di frutta destinati agli Stati Uniti e alla Corea del Sud, che potrebbero non rispettare la consegna entro le date stabilite.

Secondo Fedefruta, federazione cilena dei produttori di frutta, le esportazioni di mele, prugne e uva da tavola verso l’Europa, la Corea, il Messico e gli Usa, per un valore di circa 46 milioni di euro, rischiano di giungere a destinazione in ritardo.

Cristián Allendes, presidente di Fedefruta, ha spiegato che "la frutta destinata alla Corea del Sud rischia di non arrivare in tempo per rispettare la scadenza dell’ordine. Il carico per gli Stati Uniti invece è appena partito e rispetterà le date di consegna, dopo che oltre 200 camion sono partiti per Porto Coquimbo".

"Invece – rende noto il presidente Allendes – i 90 containers (contenenti 200 mila cartoni) pari a un valore di 9,3 milioni di euro che sono stati tenuti per 10 giorni al porto di San Antonio, non arriveranno in tempo negli Usa".

La situazione, secondo Asoex e le altre associazioni di settore, avrà conseguenze negative speciealmente sui piccoli e medi produttori cileni.

 

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