Per il secondo anno consecutivo la stagione commerciale di frutta del Cile si chiude in positivo: grazie alla crescita del 5,9% anno su anno, tra il primo settembre 2015 e il 31 agosto 2016 sono stati spediti oltre confine quasi 2,5 miliardi di tonnellate di merce.
Le mele sono state il prodotto maggiormente esportato. L’incremento del 14% dei volumi spediti rispetto all’anno precedente – per un totale di 728.177 tonnellate – ha portato ad una decisa intensificazione dei traffici, che hanno superato quelli di uva da tavola fermi a 687.802 ton (-9%). Insieme, mele e uva da tavola rappresentano il 57% dell’export totale di frutta cilena; seguono kiwi con 185.271 tonnellate (+11%), pere con 126.355 ton (+6%) e avocado con 119.887 tonnellate (+76%).
In termini di valore, le esportazioni FOB (Freight on Board) sono aumentate del 3% portandosi a 4,7 miliardi di dollari, con l’uva da tavola in testa alla classifica (28%) seguita da mele (13%), ciliegie (13%) e mirtilli (12%). Il valore delle vendite di avocado è aumentato del 77%, grazie a prezzi medi registrati sugli stessi livelli della stagione precedente.
Gli Stati Uniti si confermano il primo paese di destinazione, assorbendo ben 792.640 tonnellate (+1,7%). Tra i mercati asiatici, invece, la Cina è la meta principale. Con una crescita del 227% registrata negli ultimi sei anni, la scorsa stagione il Paese ha assorbito il 59% di tutte le spedizioni dirette in Asia. A distanza seguono Taiwan (14%), Corea del Sud (9%) e India (7%). Infine, con un incremento del 4% rispetto alla stagione 2014/15, nell’ultimo anno l’Europa ha acquistato 529.235 tonnellate di frutta fresca cilena. Tra i paesi, l’Olanda – punto di ingresso nel Continente – è stata la prima destinazione con il 41% dei volumi ricevuti, seguita da Gran Bretagna (19%) e Russia (10%). In termini di prodotto, invece, le mele rappresentano la coltura più esportata sul mercato europeo.
Chiara Brandi