CIA TARANTO CHIEDE A GRAN VOCE ALLA REGIONE PUGLIA UN “PIANO AGRUMI”

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La Cia, Confederazione Italiana Agricoltori di Taranto evidenzia che l’agrumicoltura italiana attraversa un momento particolarmente drammatico dovuto ai fenomeni economici della globalizzazione dei mercati e quindi alla concorrenza spietata che subiscono i nostri prodotti da parte di Paesi emergenti, che proprio in campo agricolo esprimono la maggiore capacità concorrenziale.

L’associazione di categoria pugliese ritiene necessario l’assunzione di urgenti iniziative istituzionali in grado di sollecitare l’adozione di misure efficaci per fronteggiare la grave crisi agrumicola che colpisce la provincia di Taranto. Il commercio e la raccolta degli agrumi sono fermi a causa dei livelli bassissimi dei prezzi alla produzione che non consentono alcuna remunerazione rispetto ai costi di produzione e di trasporto. Questa situazione assume contorni drammatici per l’intera economia della provincia.

La Cia di Taranto, certa della sensibilità istituzionale e politica dell’assessore regionale alle Risorse Agroalimentari Dario Stefano, dell’assessore provinciale all’Agricoltura Antonio Scalera e dei sindaci della provincia, ritiene che bisogna fare fronte unico ad una situazione che, pur in presenza di una fase congiunturale delicata sotto il profilo del commercio, deve mobilitare ogni utile iniziativa per scongiurare il default di un settore strategico e di conseguenza l’impoverimento di decine e decine di piccoli e medi produttori agrumicoli, che hanno sempre vissuto di onesto lavoro garantendo sviluppo e crescita per tutta la provincia.

La confederazione tarantina fa sue le proposte dell’assemblea del Gruppo d’Interessi degli Agrumicoltori e chiede a viva voce alla Regione Puglia di far partire il tanto atteso "Piano Agrumi", dando la priorità alle aziende esistenti; inoltre, la Cia di Taranto propone che la eventuale realizzazione di nuovi impianti, siano fatti in una visione moderna e razionale, tenendo in considerazione le peculiarità delle aree produttive esistenti, secondo criteri razionali e moderni, con utilizzo di varietà che permettono di allungare il calendario di maturazione e commercializzazione, cercando così di evitare la concentrazione dell’offerta nel periodo di maturazione della varietà clementino e comune.

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