CHIQUITA, IL 2014 CHIUDE IN PERDITA DI 62,5 MILIONI DI DOLLARI

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Nel 2014 Chiquita Brands International Inc. ha registrato una perdita netta di 62,5 milioni dollari. Un risultato negativo, che arriva alla fine di un anno quanto mai travagliato per il colosso americano: prima il tentativo fallito di fusione con l’irlandese Fyffes Plc. – che ha generato 51 milioni di dollari di costi di transazione – e in seguito l’acquisto da parte di due società brasiliane, Cutrale e Safra.

Da quanto emerge dal report finanziario di fine anno – depositato il 18 marzo scorso presso la US Securities and Exchange Commission – nel 2014 Chiquita ha registrato un aumento dei ricavi netti di vendita di circa 33 milioni di dollari, pari all’1,1% in più rispetto all’anno precedente. Lo scorso anno il reddito operativo complessivo è migliorato rispetto al 2013.

Tale crescita è stata trainata dai segmenti delle insalate e dell’healty snack che hanno mostrato un incremento di 24 milioni di dollari rispetto all’anno precedente. Non considerando i costi di transazione relativi alla mancata fusione, la perdita netta di Chiquita per il 2014 è stata pari a 11,5 milioni di dollari mentre nel 2013 toccava quasi i 16 milioni e nel 2012 addirittura i 405 milioni di dollari.

“Sono state prese una serie di misure per ridurre i rischi e migliorare l’efficienza operativa nei diversi core business”, si legge nel report. Lo scorso anno, infatti, la società ha abbandonato diversi non-core business legati al segmento dell’healty food, che avevano generato perdite operative e distratto il management dai principali business delle banane e delle insalate, rivedendo l’intera politica di investimento. Secondo il rapporto anche il licenziamento di circa 300 dipendenti in America Latina tra gennaio e febbraio di quest’anno fa parte del piano di Chiquita per migliorare le proprie performance. Quello delle banane resta il principale segmento di attività; negli ultimi tre anni ha rappresentato circa il 65% delle vendite della società. Nel 2014 il ricavo netto generato dalla vendita di banane è stato superiore ai 2 miliardi di dollari, in aumento del 2,6% rispetto al 2013. I manager dell’azienda hanno attribuito tale crescita ad un aumento dei prezzi medi in Nord America, nell’area del Mediterraneo e nei principali mercati del Medio Oriente oltre che all’aumento dei volumi venduti registrato in Nord America.

Nel segmento degli snack e delle insalate – sul mercato con il marchio Fresh Express e altri brand – si è raggiunto un ricavo netto di 943 milioni di dollari, in calo del 2,5% rispetto al 2013. Secondo quanto scritto nel report, la contrazione è da ricondursi principalmente ad una flessione delle vendite di frutta trasformata, ad un minor approvvigionamento di materie prime da parte di alcuni clienti, al calo della richiesta di mele a fette e ai quantitativi inferiori destinati al canale Ho.re.ca. E non solo, a concorrere a questo risultato anche l’uscita da un’attività nel segmento dell’healty snack in Europa – avvenuta nel giugno 2013 – che in precedenza aveva fruttato circa 12 milioni di dollari in termine di ricavi netti su base annua. Infine, gli altri segmenti – tra questi uva, ananas e avocado – hanno registrato un aumento del 5% rispetto al 2013, raggiungendo i 127 milioni di dollari in termini di ricavi netti. Tra le ragioni principali di questa crescita l’aumento della domanda di ananas in Nord America. (c.b.)

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