CERA: “MERCATI SOTTOVALUTATI DAL GOVERNO PERCHÉ SENZA UN PROGETTO”. BOTTA E RISPOSTA CON IL DIRETTORE FRASSOLDATI

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Si apre il dibattito sul ruolo dei Mercati all’interno della Legge di Stabilità. Francesco Cera, direttore del Maap, il centro agroalimentare di Padova e già presidente di Mercati Associati, interviene sulla questione, in rifierimento in particolare alle perplessità avanzata da Valentino Di Pisa, presidente di Fedagro, sul fatto che nella nuova Legge i grossisti non vengono considerati (leggi news). Al commento di Cera replica a sua volta il direttore del Corriere Ortofrutticolo Lorenzo Frassoldati.

Riportiamo qui sotto l’intervento di Cera (nella foto a fianco) e, più sotto, la risposta di Frassoldati, in corsivo.

"Valentino Di Pisa ha ragione. Nella nuova legge di stabilità nessun provvedimento e/o finanziamento vi é per i Mercati e Centri Agro-alimentari all’ingrosso italiani . Ma… lo abbiamo mai chiesto? Intendo abbiamo mai steso e determinato un vero grande progetto condiviso da presentare al Governo per le specifiche necessità del nostro mondo?

Non lo so precisamente, mi pare di no, ma potrei sbagliarmi. Intendo un progetto, non una semplice lettera o una richiesta estemporanea. Intendo un progetto nel senso più ampio del termine ovvero completo di business plan, time planning , break even point ovvero tutti quei paroloni di estrazione anglosassone che sono di molto familiari al settore degli industriali, ma un po’ meno al nostro.

Credo si debba partire, in primis, da una semplice parola chiave: Unione. A livello Enti gestori, per essere buoni, diciamo vi é un momento difficile, con Mercati Associati in palese defaillance e la nuova Italmercati da poco nata da una spaccatura.

Bisogna ricostruire le fila tra Enti gestori, ma anche lanciare un nuovo ponte verso i grossisti con i quali bisogna lavorare insieme, con in testa i progetti, non le poltrone.

Fate il conto di quante ditte grossiste c’erano in un qualsiasi medio grande mercato 20 anni fa e quante sono ora e quante saranno tra 10 anni. Fate il conto di quanti sono i Mercati all’ingrosso ed alla produzione in Italia (150? 180?… Non si sa perché da tre anni non vi é più neanche la Guida dei mercati italiani che possa attestare verso l’esterno, in maniera ufficiale, i numeri ed il valore del nostro comparto) e vi verrà da pensare.

Lo spunto di Di Pisa quindi é corretto. Poiché tra 10-15 anni, se va bene, resteremo la metà tra grossisti e Mercati, già per la prossima legge di stabilità, a mio avviso, andrebbe messo in cantiere un grande progetto per far capire chi realmente siamo , cosa valiamo e le risorse che ci servono per i nostri obiettivi e programmi di consolidamento e/o crescita.

Questo costa fatica, tempo, molto tempo, indirizzi chiaramente individuati e management preparato a sviluppare e raggiungere gli obiettivi; non basta trovarsi un po’ di volte tra Roma e Milano, é necessario un grandissimo sforzo di coesione e di intelletto e di professionalità dedicate per mettere in fila le idee e gli obiettivi.

Diversamente, anche se ci sono alcune realtà in controtendenza (poche per la verità) ci lamenteremo anno dopo anno della lenta agonia cui é destinato il settore dei Mercati all’ingrosso, ma con il rammarico di non aver almeno  provato a scuotere l’albero…"

Francesco Cera, già presidente di Mercati Associati

 

 

 

Caro Cera,

pochi giorni fa è arrivata in Italia Netflix, la tv via Internet. Il suo fondatore, Reed Hastings, prevede che fra pochi anni gli attuali canali televisivi non saranno altro che app sui nostri telefonini o tablet.Come dire: il mondo viaggia e cambia alla velocità della luce.

Lei fa bene a chiedersi cosa resterà fra 10 anni dell’attuale  rete dei Mercati e del mondo dei grossisti. Il n.1 dei grossisti, Valentino di Pisa, ha sollevato il tema denunciando che nella nuova Legge di stabilità non c’è nulla per i Mercati all’ingrosso e per i Caa (Centri agroalimentari), nonostante il Collegato agricoltura  del maggio scorso prevedesse esplicitamente, tra le altre misure, il potenziamento delle infrastrutture logistiche del comparto agroalimentare. Sappiamo tutti che la politica è molto sensibile alla ‘mediaticità’ dei temi. Per cui arrivano misure per combattere la contraffazione o il caporalato, ma non c’è niente per i Mercati che spesso salgono all’onore della cronaca per vicende che nulla hanno a che fare col commercio dell’ortofrutta.

Lei parla della mancanza di un progetto ‘condiviso’, dove è l’aggettivo ‘condiviso’ che fa la differenza. Perché il mondo dei mercati – il cui ruolo è strategico nella filiera dell’ortofrutta – è davvero all’anno zero. Frazionato, diviso, attraversato da personalismi che comunicano all’esterno una immagine devastante. Finita l’era Guala, c’è stata l’implosione. Due associazioni degli enti gestori (i grandi, i piccoli e altri che stanno alla finestra), l’associazione dei grossisti che Di Pisa sta faticosamente ricomponendo e poi ci sono anche i manager rappresentati (non tutti) dall’Andmi.  Ma dove vogliamo andare in queste condizioni? Come si fa a fare un progetto credibile, ad avere udienza dalla politica, a fare azione di lobby? Una nota positiva c’è: che appunto si parte dall’anno zero e che ci sono energie in campo per ricompattare il sistema. La filiera ha bisogno di un mondo dei mercati vivo ed efficiente e rinnovato nella mission e nelle strutture. Però bisogna fare presto, prima che sia troppo tardi. Dall’anno zero alla irrilevanza totale il passo è breve.

Lorenzo Frassoldati         

 

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