CAVOLFIORE PIANA DEL SELE IGP, SOLCO MAGGIORE: “FARE CULTURA SUL PRODOTTO”

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“Il lavoro che ho svolto per il riconoscimento del “Cavolfiore della Piana del Sele IGP”, mi spinge ad una riflessione sul più ampio sistema della qualità riconosciuta e riconoscibile. La qualità riconosciuta è quella tradizionale, standard, certificata. La qualità riconoscibile ha a che fare con la reputazione del prodotto, conferita ad esso da fattori di contesto più generali”.
Questo è quanto afferma Antonio Vocca, responsabile generale della OP Solco Maggiore, nonché colui che su mandato del Comitato Promotore del riconoscimento del Cavolfiore della Piana del Sele IGP ha redatto il progetto e curato tutto l’iter e l’istruttoria riguardante questo nuovo riconoscimento ottenuto dal Cavolfiore della Piana del Sele a inizio luglio 2024.

Antonio Vocca

Vocca continua sostenendo ancora che “la qualità riconoscibile, o meglio originaria, necessita di una diversa declinazione. La spinta del paesaggio dove si produce l’ortaggio (e quindi dell’ambiente), la storia del prodotto, il rapporto esistente tra agricoltura e gastronomia, i valori nutraceutici e la funzione sociale raggiunta dalla coltivazione in campo, sono fattori determinanti per individuare la reputazione del prodotto e del contesto di cui, lo stesso prodotto, è figlio”.
I dati degli ultimi anni riguardanti la produzione del cavolfiore in Italia testimoniano che il nostro Paese si attesta tra i primi produttori di questa coltura. La Campania contribuisce alla produzione per circa il 20% e la provincia di Salerno impegna circa il 49% della superficie coltivata. In generale in Campania sono impegnati oltre 2.600 ettari, di cui il 50% solo nella provincia di Salerno e l’areale di coltivazione del cavolfiore è, appunto, la Piana del Sele. Di per sé il cavolfiore è stato e continua ad essere al centro di una più ampia attività di sperimentazione e divulgazione di carattere tecnico ed agronomico, che la stessa Regione ha promosso nel corso degli anni proprio per l’importante impatto diretto ed indiretto che tale coltura produce in termini socio economici sul territorio. Si pensi ad esempio al risvolto occupazionale, all’impatto paesaggistico ed ambientale di un prodotto coltivato in un rigoglioso pieno campo, nel rispetto della pratica agronomica della rotazione colturale. Ricadute che rappresentano, non a caso, un elemento più che significativo nella relazione socio economica che ha accompagnato la richiesta del riconoscimento.

Se volessimo misurare il valore di una certificazione e gli “elementi di valore” che caratterizzano un prodotto agroalimentare, Antonio Vocca suggerisce che “al giudizio dei soggetti deputati alla certificazione, di fatto si debba aggiungere una ulteriore valutazione espressa dall’agricoltore quale costruttore di paesaggi nonché dal consumatore finale quale fruitore diretto del bene coltivato e beneficiario indiretto dei risultati attesi in termini appunto socio economici. Si realizza in questo modo un sistema di qualità progressiva, capace di rinnovarsi continuamente, che coinvolge tutti i portatori d’interesse che diventano essi stessi “certificatori” della reputazione del prodotto. Da questa prospettiva, le certificazioni di prodotto si elevano a premessa di una qualità riconoscibile”.


Mentre la Piana del Sele si prepara per la prossima campagna agraria del cavolfiore, inizia il conto alla rovescia per la presentazione del cavolfiore della Piana del Sele IGP che si terrà a Milano il prossimo 12 settembre.

O.P. Solco Maggiore
Via Yuri Gagarin, 35
Eboli (SA)
Tel. 0828 332925
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