CATASTO, “BASTEREBBERO 2 RIGHE E UNA CIRCOLARE DELLE REGIONI”?

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Basterebbe una circolare delle Regioni con due righe in più e il gioco è fatto: l’Italia avrebbe il suo catasto frutticolo, praticamente gratuito o quasi, senza la necessità di sborsare 5 milioni di euro (2 milioni per il 2019 e 3 milioni per il 2020), previsti dal Governo attraverso l’ultima manovra di bilancio. È una delle tesi attorno a cui è ruotato il servizio di Report in onda ieri sera su RaiTre. Quasi tutti i dati già sono in possesso degli operatori ortofrutticoli.

Giunge nella sostanza a queste conclusioni l’inchiesta della giornalista Rosamaria Aquino, dopo aver intervistato alcuni produttori, come il romagnolo Fabiano Mazzotti che sottolinea come “tutti gli agricoltori hanno l’obbligo di realizzare e aggiornare un piano colturale. Il catasto si poteva avere gratuitamente”.

Aquino domanda a Lorenzo Bazzana di Coldiretti se servissero davvero 5 milioni di euro per il catasto. Risposta: “Non li ho stanziati io i soldi”.

Sulla stessa lunghezza d’onda di Mazzotti le dichiarazioni dei colleghi Franco Faggioli e Massimo Scozzoli, con quest’ultimo che afferma: “Mi viene da dire che il catasto frutticolo sia stato istituito e finanziato per favorire qualcuno”.

Roberto Orlandi, presidente del collegio nazionale Agrotecnici, conferma come nelle regioni più organizzate come Trentino Alto Adige, Veneto e Piemonte il catasto è già presente. E aggiunge: “Basterebbe che alcune regioni aggiungessero poche righe e il gioco sarebbe fatto”.

Alla fine del servizio, la giornalista di Report, durante la recente presentazione di Macfrut nella sede dell’ICE a Roma, chiede a Paolo Bruni, presidente del CSO Italy, se il Centro Servizi Ortofrutticoli di Ferrara che presiede sia stato il primo proponente o se è stato chiesto di gestirlo. “No”, la risposta secca. “Anche se ce lo chiedessero non saremmo in grado di farlo, non avremmo la forza per gestire un catasto nazionale”. Sul tema, spiega infine Sigfrido Ranucci, “non hanno voluto parlare né il ministero delle Politiche Agricole né Agea”.

Dunque da una parte si sostiene che “basterebbero due righe e una circolare delle Regioni” per mettere insieme il Catasto Nazionale Ortofrutticolo, dall’altra il CSO, che pure ha un ufficio di statistica efficiente, sostiene che non avrebbe la forza per “gestire una catasto ortofrutticolo nazionale”. Delle due l’una: o Paolo Bruni, che lo ritiene un’impresa improba, non ha idea di che cosa sia un Catasto Ortofrutticolo Nazionale, o non ne hanno idea i produttori intervistati da Report, che lo ritengono cosa praticamente già fatta. Propendiamo per la seconda ipotesi. E aggiungiamo che ci sembra esista un abisso tra il Report di oggi e quello dei tempi della Gabanelli.

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