Alla presenza di Giuseppe Blasi (Capo Dipartimento delle Politiche Europee e Internazionali e dello Sviluppo Rurale Mipaaft), Raffaele Borriello (Direttore Generale Ismea) e Simona Caselli (Assessore Agricoltura Caccia e Pesca Regione Emilia Romagna) presso la sede di Cso Italy, sono stati diffusi i dati relativi all’evoluzione degli impianti frutticoli nell’ambito della base sociale di Cso nell’ultimo decennio e le prospettive per il prossimo futuro per le specie pesche e nettarine, pere, kiwi, albicocche. I dati sono stati presentati da Elisa Macchi, Direttore di Cso Italy e sono intervenuti Gabriele Ferri, Direttore Naturitalia, Mauro Grossi Presidente Afe, Patrizio Neri, Presidente Consorzio Jingold e Alberto Grassi, Direttore Tecnico di Apofruit.
In diverse regioni la rappresentatività dei catasti dei soci è sufficientemente elevata per trarre utili indicazioni. In Emilia Romagna, per quanto riguarda le pesche e nettarine, il dato più evidente è la forte contrazione degli impianti, oltre il 50% in meno in 10 anni, che sembra confermarsi anche nel prossimo triennio, -16% per le nettarine e -18% per le pesche. In questi anni si evidenziano però anche segnali positivi sotto l’aspetto qualitativo, con un importante ricambio varietale che vede oggi le preferenze andare verso le varietà di sapore dolce più adatte al gusto del consumatore. Per quanto riguarda il calendario di raccolta, che nel tempo ha visto uno spostamento verso il periodo medio (da fine giugno a metà luglio), le tendenze recenti vedono sia per pesche che per nettarine, un orientamento verso le varietà a maturazione tardiva, andando così a smussare il picco produttivo della prima metà del mese di luglio.
Nel complesso dei soci Cso si registra una diminuzione, seppur meno pesante, anche sul comparto pere. In questo caso le superfici dei soci Cso in Emilia Romagna diminuiscono del 16% in dieci anni, diminuzione comunque inferiore a quella del dato al di fuori dei soci. La varietà Abate, che domina il panorama varietale e che negli anni si è notevolmente rafforzata, recentemente vede anch’essa una diminuzione delle superfici investite, a causa soprattutto dei minori recenti rinnovi rispetto al passato. Per il prossimo triennio previsto un ulteriore forte calo per varietà come Conference, Decana, Kaiser; stabile la situazione di William, in crescita Max Red Bartlett, Santa Maria ed infine è prevista una diminuzione per Abate dell’8%.
Situazione opposta per kiwi e albicocche. Il kiwi vede oggi le superfici in crescita, a carico esclusivamente del kiwi a polpa gialla. La situazione però appare diversificata a seconda delle aree, anche in relazione all’incidenza di problemi fitosanitari che in questi anni hanno notevolmente influenzato la coltivazione in determinate regioni. Oggi nell’ambito della base catastale dei soci Cso il kiwi a polpa gialla rappresenta il 12% degli impianti in piena produzione; nel prossimo triennio questa quota salirà a quasi il 30%. In calo invece il potenziale produttivo previsto per il prossimo triennio del kiwi a polpa verde (-6%).
Le albicocche controllate dai soci Cso vedono una significativa espansione in questi ultimi 10 anni, segnando un +30%. In Emilia Romagna, in particolare, questa specie ha vissuto e sta vivendo una forte innovazione varietale che ha portato ad ampliare in maniera significativa il calendario di raccolta, prima concentrato per quasi il 70% su varietà a maturazione media, oggi ben distribuito da maggio fino ad inizio agosto, con l’introduzione di varietà che favoriscono anche il consumo. Le proiezioni del potenziale produttivo dei soci in Emilia Romagna, nel prossimo triennio, vedono un’ulteriore crescita pari al +7%.
“Il lavoro che Cso Italy svolge sull’analisi dei catasti è un esempio di grande lungimiranza strategica – afferma il presidente di Cso Italy Paolo Bruni – Abbiamo colto fin dall’inizio la necessità del mondo frutticolo di poter disporre di informazioni certe sulla consistenza, sull’evoluzione e sulle proiezioni future delle nostre culture e pur nella consapevolezza che i nostri associati rappresentano un campione dell’intero universo frutticolo, abbiamo fornito agli associati questi strumenti strategici, proprio basandoci sullo studio del campione dei soci e approfondendo sempre di più la nostra esperienza in questa tipologia di analisi. I catasti dei soci di Cso – conclude Paolo Bruni – costituiscono un campione rappresentativo per alcune colture e per determinati areali, ma come per tutte le indagini campionarie è importante partire dalla conoscenza certa dell’universo di riferimento”.