CASTAGNE, CASERTA: PRODUZIONE CROLLATA DEL 70%. CHIESTO STATO DI CALAMITÀ

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Un crollo complessivo della produzione tra il 60-70% e nel caso della varietà "tempestiva" (la prima ad essere raccolta a livello europeo già ad inizio settembre), in alcune aree del vulcano, anche vicino al 100%. Anno nero, drammatico per la castanicoltura nel territorio dell’Alto Casertano, "il peggiore in assoluto", come evidenziano gli anziani agricoltori del comprensorio.

Ed ecco quindi accanto ai vari Sos lanciati in queste settimane – sia a livello provinciale che nazionale – dalle varie associazioni professionali agricole del settore, scendere in campo direttamente anche l’amministrazione comunale di Roccamonfina che proprio nell’ultimo consiglio ha richiesto alla giunta regionale della Campania "l’attivazione delle procedure per la dichiarazione dello stato di calamità naturale per il territorio del massiccio vulcanico" per i gravi danni subiti quest’anno dalle colture del castagno.

"Cinipide e siccità – sottolinea il sindaco di Roccamonfina, Letizia Tari – hanno provocato danni incalcolabili alla produzione castanicola, mettendo letteralmente in ginocchio l’economia trainante di un’ intera zona. È un evento di una gravità eccezionale che mette seriamente a rischio il futuro di aziende con ripercussioni pesanti non solo sull’occupazione, ma in caso di abbandono dei castagneti, anche su paesaggio e dissesto idrogeologico. Ci sono tutti gli elementi per un intervento straordinario da parte della Regione e dei vari ministeri interessati per un aiuto alla nostra comunità. Un segnale importante – continua il primo cittadino – potrebbe essere, ad esempio, oltre ad un sostegno economico diretto a favore di agricoltori ed aziende del settore, un intervento in campo fiscale e previdenziale, a cominciare da uno sgravio contributivo".

Tra infestazione del cinipide, siccità ed altre malattie di piante e frutto, situazione davvero delicata e sempre più complessa quella della castanicoltura nei vari centri del vulcano di Roccamonfina, non solo per questa stagione ma con grande incertezza per il futuro, difficile da affrontare da un singolo ente o comune. "Tutti gli enti presenti sul territorio – evidenzia la Tari – dalla Comunità montana al Parco, insieme naturalmente ai comuni, devono fare la loro parte in questo momento così drammatico per l’economia locale". (fonte: Il Mattino)

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