CASO CORRUZIONE AL MIPAAF, LA CASSAZIONE SMONTA L’OPERAZIONE “CENTURIONE”

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La Cassazione smonta l’operazione "Centurione". Passo per passo, nella sentenza della Suprema Corte di Cassazione depositata in cancelleria lo scorso 24 maggio, viene fatta a pezzi tutta la struttura degli investigatori che ha fatto parlare di "manette" e di "corruzione" al ministero delle Politiche agricole.

L’indagine aveva portato l’ex capo di gabinetto Giuseppe Ambrosio (nella foto, soprannominato "Centurione") a Regina Coeli. In linea generale, scrive la Cassazione, "si osserva che il provvedimento impugnato appare effettivamente connotato da una motivazione assai generica". Anche il contenuto dell’ordinanza di custodia che ha portato Giuseppe Ambrosio e altri funzionari del Mipaaf in carcere per alcuni mesi, "appare carente di motivazione, limitandosi sostanzialmente alla sintesi delle attività della polizia giudiziaria riconoscendo erroneamente a tale elencazione di circostanze l’adeguata capacità di dimostrare l’ipotesi di accusa. Eppure non si è di fronte a vicende di palmare evidenza che possano giustificare e rendere adeguata una motivazione così semplificata".

In sintesi, prosegue la Cassazione, "per tutte le vicende oggetto di contestazione ricorre il generale difetto di motivazione consistente nella mera trascrizione degli esiti delle indagini, affermandone l’immediata capacità dimostrativa dei reati contestati".

L’avvocato Paola Balducci, che assiste Ambrosio, esprime piena soddisfazione per il risultato ottenuto "che smantella punto per punto i gravi indizi di colpevolezza che hanno determinato la custodia cautelare che è durata oltre tre mesi – spiega ad Agricolae. Non si nega tuttavia l’amarezza nel constatare altresì che ci sono voluti tre mesi di custodia cautelare, la più grave limitazione della libertà personale, tutto sommato immotivata per ottenere un risultato così importante. Questo deve far riflettere". Fonte: Agricolae

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