CASO BIO-ON, OLTRE 800 PARTI CIVILI CHIEDONO I DANNI

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Oltre 800 richieste di costituzione di parte civile nell’udienza preliminare del processo, a Bologna, nei confronti degli ex vertici della società di bioplastiche di Castel San Pietro Terme (Bologna) Bio-on, poi fallita. Le richieste sono state avanzate nell’aula bunker del carcere della Dozza, dov’è cominciata l’udienza davanti al Gup Domenico Panza.

In totale sono dieci gli imputati, accusati a vario titolo di manipolazione del mercato e false comunicazioni sociali, tra i quali Marco Astorri, fondatore ed ex presidente del cda, difeso dall’avvocato Tommaso Guerini, poi Guido Cicognani, ex socio e vice presidente e Gianfranco Capodaglio, ex presidente del collegio sindacale.
Tra chi ha chiesto di essere ammesso come parte civile ci sono numerosi piccoli risparmiatori vittime del fallimento dell’azienda, ma anche nomi noti come l’ex rettore dell’Università di Bologna, Fabio Roversi Monaco, la società Ima di Alberto Vacchi e l’ex presidente de La Perla, Alberto Masotti. Tra le associazioni figurano invece Adusbef e Codacons, poi Banca Finnat e Zeropack, società che ha sviluppato il progetto delle bioplastiche, di cui Bio-on detiene il 50%. Nella prossima udienza, fissata per il 14 ottobre, il gup deciderà chi ammettere tra le parti civili.
L’inchiesta venne alla luce nell’ottobre del 2019, quando scattarono alcune misure cautelari e sequestri, dopo gli accertamenti della Guardia di Finanza sulla società quotata sul mercato Aim e finita nel mirino, nei mesi precedenti, di un attacco del fondo americano Quintessential che pubblicò un dossier con cui accusava l’azienda di essere “una nuova Parmalat a Bologna”, un “castello di carte” destinato “al collasso totale”.

(fonte: Ansa)

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