Dalla vicenda AgriCat il sistema ministero-Ismea esce con le ossa rotte e c’è da chiedersi con quali criteri vengono scelti i direttori ai vertici di questi enti e soprattutto chi-controlla-chi e se qualcuno risponde dei risultati o dei fallimenti della propria azione. Spesso si mettono nel mirino e si polemizza sui ‘burocrati di Bruxelles’ ma questa vicenda dimostra che sarebbe meglio accendere i riflettori su quello che fanno i burocrati verdi di casa nostra…
La vicenda nasce in Emilia Romagna, in particolare in Romagna colpita pesantemente nel 2023 da gelate e alluvioni. La prima organizzazione a capire che qualcosa non stava funzionando è stata CIA Emilia Romagna il cui presidente Stefano Francia è anche al vertice del Condifesa Ravenna, quindi immerso a tempo pieno nelle problematiche polizze-risarcimenti. Le migliaia di Pec che bocciavano le richieste di ristori o che ‘elargivano’ somme irrisorie e insultanti per chi aveva subito danni ‘catastrofali’ erano una grottesca rappresentazione di come ‘non deve’ funzionare un sistema che dice di voler tutelare le imprese agricole. Comunicazioni incomprensibili, aree riservate online che non funzionano, un linguaggio ‘burocratese’ indecifrabile: i poveri richiedenti si trovavano tra le mani lettere che erano peggio di una presa in giro: un insulto.
La valanga di polemiche che è seguita sui giornali e sulle tv ha costretto ministero e burocrati a correre ai ripari. Il tavolo tecnico permanente istituito ha portato a primi risultati: sospensione dei termini del procedimento amministrativo relativi alle Pec di agosto e proroga per la presentazione delle domande 2024. Ma tutto il sistema AgriCat va rivisto e fatto funzionare in sintonia col mondo produttivo e le sue associazioni. E soprattutto va reso comprensibile a chi ne deve usufruire! Tutti i giorni ci tormentano con norme sulla privacy e sulla trasparenza…poi quando la trasparenza riguarda la burocrazia statale , veniamo trattati come sudditi. E’ come quando si parla di comunicazione: tutti dicono di voler comunicare, ma quasi nessuno lo sa fare.
Vedremo che succede. La figuraccia davanti al paese comunque è acquisita. Altro che chiacchiere sulle eccellenze, l’immagine dell’agricoltura è un disastro dopo l’altro, dalle vicende del caporalato nelle campagne, ai consumatori che si lamentano per le angurie a prezzi stellari, a questa vicenda AgriCat che ha esposto al ridicolo il ministero e gli enti collegati.
Ultima considerazione sui sindacati agricoli: consiglierei loro una postura meno servile verso il ministero, con meno comunicati di lode e meno ‘sviolinate’ all’inquilino di via XX settembre, meno ringraziamenti e applausi a scena aperta… gli unici cui devono rendere conto del loro operato sono i loro associati. Che della burocrazia ministeriale hanno – a mezza voce, ben s’intende – un’idea del tutto diversa. (L. Frass.)