CASO AGRICAT, AGRICOLTORI ITALIANI: “NESSUN CHIARIMENTO. NON C’È TEMPO PER I RICORSI”

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Agricoltori Italiani interviene sul caso Agricat sottolineando come “rimane un fatto che le domande siano state inoltrate dagli agricoltori gravemente colpiti dall’alluvione (maggio 2023) e dalle gelate (aprile 2023) tramite i CAA abilitati. Rimane un fatto anche che le stesse domande presentate sono state per la maggioranza respinte (le nostre fonti parlano di percentuali che vanno dall’80 al 90%) o parzialmente accolte attraverso “fredde PEC” iniziate ad arrivare in modo sistematico dal 22 agosto scorso”, spiegano dall’associazione.

“Un altro fatto è che i chiarimenti necessari non sono accessibili (così come indicato nella PEC) attraverso l’area personale di My Agricat. I ricorsi al quale fa riferimento la PEC saranno impossibili da presentare dal 23 settembre al 2 ottobre come indicato nella stessa, visto l’alto numero di domande rifiutate e/o parzialmente accolte e la poca chiarezza e trasparenza sulla faccenda. Il comunicato di Agricat, uscito dopo che i media hanno dato risalto alla questione, è la classica “toppa che è peggio del buco” – osservano, critici, gli Agricoltori Italiani.

“Voler “rimescolare” i contributi che gli agricoltori alluvionati hanno ricevuto dal fondo di crisi straordinario della PAC, che nulla ha a che fare con Agricat, la dice lunga sulla volontà di fare chiarezza e sulla trasparenza di chi amministra questi enti, che sono comunque a gestione pubblica (Agricat fa riferimento al Ministero dell’agricoltura). E per dare la giusta informazione ed avere la giusta trasparenza, vogliamo ricordare a chi ha redatto il comunicato stampa Agricat, che l’intervento del fondo di crisi straordinario della PAC che ha fatto arrivare a fine dicembre 2023/gennaio 2024 “contributi ad ettaro (circa 300 euro per i seminativi e circa 1.500 euro per le colture arboree) ed a pioggia” alle aziende dei territori alluvionati dell’Emilia Romagna tramite AGEA, è stato gestito in completa autonomia dagli enti competenti, senza che nessuna azienda ne facesse richiesta, con una semplice comunicazione al CAA di appartenenza”.

“Per ulteriore informazione (che nel comunicato non viene data) i rilevamenti e le assegnazioni sono stati effettuati con un sistema satellitare chiamato “Copernicus“, che, di fatto, si è rivelato fallimentare, perchè non ha assegnato le risorse in modo adeguato alle reali circostanze ed ai gravi danni subiti dalle aziende sul territorio.

Una conferma che qualsiasi intervento si voglia fare, giustamente, nei confronti di chi le calamità le ha veramente subite, deve partire dal confronto diretto con le parti in causa, con i rilievi di tecnici e non con satelliti o “fredde comunicazioni” via PEC.

Abbiamo almeno visto in questa occasione (seppur in ordine sparso) le giuste proteste delle associazioni agricole che, vogliamo ricordare, sono al servizio degli associati e che devono, soprattutto in queste occasioni, rappresentarli e supportarli.

“Agricoltori italiani per questi e tutti gli altri problemi irrisolti del settore, sono comunque pronti a rimettere in pista i trattori appena la stagione sarà più propizia a questa fase e saremo tutti meno impegnati nelle attività aziendali”.

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