CASELLI: NON POSSIAMO PERDERE IL FILO DIRETTO CON BRUXELLES

Condividi
Nella discussione sulla nuova PAC non si calma il botta e risposta tra UE, Stati Membri e Regioni. Gli enti locali europei non ci stanno a perdere l’interlocuzione diretta con le Istituzioni comunitarie nel quadro delle politiche agricole. Oltre al ‘no’ netto e unanime al taglio delle risorse PAC, il no alla ri-nazionalizzazione delle politiche agricole europee costituisce il punto fermo di una rete agricola delle Regioni che oltre ad AREFLH vede unite anche AREPO e Agririsos che fanno massa critica per scongiurare la perdita di efficienza amministrativa, di competitività delle imprese e, non da ultimo, la concorrenza sleale. In una sola, di ingessare quella che è la più grande politica dei suoli del mondo, la Politica Agricola Comune.
Simona Caselli, assessora all’Agricoltura della Regione Emilia Romagna, nonché presidente AREFLH, l’Associazione europea delle Regioni agricole che proprio su questi temi si è riunita la settimana scorsa a Bruxelles, non fa un passo indietro su questi punti fermi che riscaldano il negoziato in corso su due livelli: da un lato, quello europeo e, dall’altro, quello nazionale dove, ad esempio nel nostro Paese, va tenuta in conto la questione costituzionale imprescindibile del ruolo delle Regioni.
“Come Agriregione abbiamo proposto un modello, cosiddetto ‘delivery model’ – ci spiega Caselli, all’indomani della riunione di Bruxelles – che lascia alle Regioni il proprio spazio operativo e che individua la possibilità allo stesso tempo di un’interlocuzione unica e diretta con Bruxelles. Come AREFLH ci siamo mossi insieme ad altre reti come AREPO e Agririsos, quest’ultima nata esclusivamente per discutere della PAC e del modello di governo”.
– Quali sono gli sviluppi della trattativa su questo fronte?
“Attualmente le Regioni hanno un’interlocuzione diretta con la Commissione per adattare il PSR a problemi che emergono. La questione della cimice asiatica ne è un esempio. Non era prevista nella misura del PSR ma l’abbiamo inserita, chiedendolo direttamente a Bruxelles. Adesso questa cosa non ci sarebbe più e come Regioni italiane ed europee, siamo contrarie all’unanimità perché ovviamente questo vuol dire perdere l’Europa delle Regioni che, anche da un punto di vista politico, è un pessimo segnale”.
– Come procede la discussione interna con il nostro Ministero dell’Agricoltura?
“La ministra Bellanova ha detto che vuole collaborare con le Regioni per fare in modo che ogni ente continui a costruire il suo Piano Regionale ma nell’ambito di un Piano Nazionale. E questo va bene. Rimane però il tema di chi parla con l’Unione Europea, perché altrimenti verrebbe fuori un modello tipo FEAMP, il fondo per la pesca che ha dimostrato, in questi anni, di non funzionare. Abbiamo bisogno di mantenere uno schema in cui le Regioni possano avere un’interlocuzione il più diretta possibile con l’Europa, come abbiamo fatto in questi anni. Per noi è fondamentale”.
– Ci sono delle proposte su questo tema?
“Abbiamo proposto uno schema, come Agriregion, di delivery model. Si è appena riaperta la discussione con il nuovo commissario in Comagri dove è in discussione tutta la PAC. Per cui può succedere qualsiasi cosa. In questo senso abbiamo da tempo organizzato, come AREFLH, un confronto con molti componenti della Comagri e del Parlamento UE. Una discussione che sta andando avanti anche con il nuovo commissario. Ma non dimentichiamoci che c’è un regolamento transitorio della PAC in via di approvazione che la fa slittare in avanti di due anni per cui abbiamo tutto il tempo di ragionare serenamente su tutte le questioni e di fare delle considerazioni che ci permettano di non perdere terreno in efficienza amministrativa né in competitività delle imprese. Una cosa fondamentale soprattutto per le Regioni più virtuose come l’Emilia Romagna che dell’efficienza fa un cavallo di battaglia dacché siamo in anticipo di un anno sull’attuazione della vecchia PAC con l’assegnazione del 98% delle risorse PSR e per gli obiettivi di pagamento”.
– La ministra Bellanova, nell’ultimo Consiglio dei ministri Europei dell’Agricoltura, ha detto nel suo intervento che la trattativa in corso, non ci sta aiutando. Cosa comporterebbe un taglio delle risorse PAC?
“Il problema del cambio climatico non è un’invenzione. Nella riunione delle Agriregioni abbiamo posto come prioritaria la questione del budget perché non si può pensare che la più grande politica dei suoli al mondo, quella europea, possa essere azzoppata per mancanza di risorse disponibili. Una questione dirimente al pari del no alla ri-nazionalizzazione della PAC. Un processo che non aiuta assolutamente e anzi può ben prestare il fianco all’introduzione di elementi di concorrenza sleale se ogni Stato fa quello che gli pare”.
 
– E quindi?
“Quindi ben vengano, eventualmente, dei piani strategici nazionali ma con una serie di eco-schemi che però devono essere comuni a tutti e obbligatori per tutti gli Stati, perché se un governo è un po’ lasco sulle misure ambientali, dopo va a dare fastidio ai vicini più virtuosi.”
– Sempre la Bellanova, al Consiglio dei ministri dell’Agricoltura dell’UE, ha proposto – per il caso in cui le misure PAC siano insufficienti – che gli eco-schemi siano volontari per gli Stati…
“Gli eco-schemi saranno obbligatori perché il cambio climatico è una realtà vera. I nuovi schemi sono richiesti dai consumatori europei stessi. Adesso è in discussione la percentuale. Si deve fissare un tetto e si discute se debbano coprire il 20% dell’OCM, come ha proposto qualcuno, oppure il 30%. La stessa cosa vale per il primo pilastro della PAC”.
– Ma in caso di tagli e risorse insufficienti?
“Un punto deve essere chiaro: fare gli eco-schemi è una precondizione. Se non li fai non prendi risorse. Se no il rischio è che ognuno in casa si faccia i propri eco-schemi e vista la strada che abbiamo già messo in campo sulla lotta integrata e sul biologico, finiremo, come produttori italiani, per avere più costi e quindi meno competitività. Quindi sì a regole uguali per tutti. Questo dovrebbe essere ripristinato nelle proposte”.
Mariangela Latella

 

Sfoglia ora l'Annuario 2024 di Protagonisti dell'ortofrutta italiana

Sfoglia ora l'ultimo numero della rivista!

Join us for

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER QUOTIDIANA PER ESSERE AGGIORNATO OGNI GIORNO SULLE NOTIZIE DI SETTORE