TRIMESTRE BIANCO DEI PREZZI, PIZZOLI: “FACCIAMOLO MA ATTENZIONE ALLA REDDITIVITÀ DELLE IMPRESE”

Condividi

Carrello tricolore con prezzi calmierati su beni di prima necessità per combattere l’inflazione nell’ultimo trimestre dell’anno: l’accordo fortemente voluto dal ministro Urso (Minit) tra rappresentanze della GDO e dell’industria di marca c’è, ma adesso si deve passare alla lista della spesa, all’elenco dei prodotti da calmierare.

L’impressione è che il braccio di ferro tra produttori e distributori continui, e da più parti si sottolinea l’assenza al tavolo del mondo produttivo agricolo e delle sue rappresentanze . Al momento si è preferito lavorare sui prezzi puntando solo sull’ultimo miglio, quello tra fabbrica e scaffale del supermercato. Può funzionare così?

Lo chiediamo a Nicola Pizzoli (nella foto), uno dei primi player nazionali nel settore delle patate fresche e trasformate, che sta dentro sia a Fruitimprese che a Unionfood.
“Tra distribuzione, Federalimentare, Centromarca e Unionfood c’è stato un sano confronto per raffreddare i prezzi e andare incontro ad una sacrosanta esigenza delle famiglie italiane. Faccio però sommessamente notare che a quel tavolo le istanze del primario ci sono e sono rappresentate dall’industria che quando parla deve tenere conto delle materie prime agricole che compra.”

A sua volta aumentate…

“Non c’è dubbio. Se aumenta il carrello della spesa è perché dietro c’è l’aumento del grano duro, dei pomodori da industria, delle patate ecc, cioè della materia prima che è la principale voce del costo del venduto di molta parte delle imprese trasformatrici”.

Appunto, ma perché non sono state convocate le rappresentanze della produzione agricola?

“Questo francamente non lo so, forse perché freschi e freschissimi sono prodotti altamente deperibili, soggetti a grande volatilità e variazione di prezzi quotidiane“.

Sull’ortofrutta anche il tavolo con Mr. Prezzi ha escluso fenomeni speculativi…

“Il mondo del grocery alimentare sotto l’aspetto dei prezzi è un mondo virtuoso, ha avuto un’inflazione tenuta a bada da un fattore decisivo: la concorrenza , che è enorme sia a livello di catene distributive sia a livello di fornitori”.

Quindi?

“Della spesa totale di un consumatore l’alimentare rappresenta il 16%, quarant’anni fa era oltre il 30%. Il carrello della spesa che viaggia al 10% di inflazione incide solo per 1,6% della spesa totale. E’ vero che è una spesa ricorrente, ogni 2-3 giorni, però ci sono delle discrasie che vanno pesate attentamente”

Può funzionare un trimestre bianco dei prezzi?

“Se andiamo a fare un trimestre bianco con prezzi calmierati io mi domando quale sarà l’impatto verso le politiche promozionali delle varie catene. Perché oggi chi ha il tempo e pazienza di seguire i volantini trova delle offerte a rotazione con tagli importanti dei prezzi dal 20 al 50%. Si potrebbe verificare il paradosso di un prezzo calmierato che è più alto di quello di un prodotto in offerta a fianco sullo scaffale”.

Ma l’energia oggi costa molto meno…

“E’ vero, i costi energetici stanno calando ma io oggi lavoro con l’energia acquistata sei mesi fa. E comunque è vero che siamo scesi dai livelli speculativi, assurdi dell’agosto 2022, ma comunque oggi energia e gas costano quattro volte quello che costavano nel 2019”.

Quindi il suo giudizio sull’iniziativa è negativo?

“No, facciamolo pure. Però io mi domando: è giusto insistere solo sul settore alimentare che è stato uno dei più virtuosi riguardo all’inflazione, raffreddata continuamente dalla concorrenza tra insegne e tra imprese?”.

Le imprese hanno firmato l’accordo dopo tante esitazioni…

“Il messaggio è questo: l’industria ha avuto una serie di aumenti a partire dalla fornitura della materia prima agricola che a sua volta ha avuto aumenti importanti dalle sementi, ai mezzi tecnici, all’ energia per irrigare e lavorare i campi. L’industria a sua volta registra costi in aumento, soprattutto gas ed energia, con conseguente riduzione dei margini spaventosa… quindi il contenimento dei prezzi va fatto con grandissimi limiti e tenendo conto di una redditività delle imprese fortemente compromessa. E gli effetti già si vedono: c’è un rallentamento degli investimenti molto significativo, trasversale a tutta l’industria alimentare. Bisogna tenerlo presente”.

Lorenzo Frassoldati

Direttore del Corriere Ortofrutticolo

l.frassoldati@alice.it

Sfoglia ora l'Annuario 2024 di Protagonisti dell'ortofrutta italiana

Sfoglia ora l'ultimo numero della rivista!

Join us for

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER QUOTIDIANA PER ESSERE AGGIORNATO OGNI GIORNO SULLE NOTIZIE DI SETTORE