CAROTE BIO, LA STAGIONE HA INGRANATO LA MARCIA GIUSTA. GIADONE: “LA GDO ITALIANA SI AFFIDI AI PRODUTTORI”

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Dopo la disastrosa annata del 2022, per la carota novella siciliana l’orizzonte è a tinte meno fosche, sebbene non manchino alcune incognite sul futuro. Per Roberto Giadone (nella foto), titolare di Natura Iblea di Ispica (Ragusa), una delle principali aziende siciliane, specializzata nella produzione e commercializzazione di ortaggi biologici tra cui carote bio, prodotte in media da marzo a giugno, la stagione è partita con il piede giusto: “L’annata della carota novella è iniziata bene, senza sorprese, con l’80% del prodotto già venduto. Sono fiducioso anche per i prossimi mesi, a meno che non ci siano problemi particolari con il clima”, afferma l’imprenditore siciliano.

Tuttavia, sostiene Giadone, gli impianti sono stati ridotti del 20-25% rispetto allo scorso anno e alla media. “Gli enormi problemi riscontrati la scorsa annata hanno influito notevolmente. A causa di un inverno molto mite si è generata una sovrapposizione delle produzioni in Europa, tra la presenza simultanea di carote vecchie ancora della stagione precedente e quelle novelle, immesse sul mercato in anticipo. Questa situazione ha causato un abbassamento dei prezzi notevolissimo che non si è più rialzato”, commenta l’operatore. “Pertanto quest’anno gli agricoltori, scottati dai pessimi risultati della passata stagione, prima di piantare carote c’hanno pensato non una ma cento volte”.

Un altro fattore che ha inciso sono stati i costi, sempre più elevati: “Quest’anno sono serviti oltre 7 mila euro ad ettaro per coltivare carote. Per forza di cose tutti i produttori hanno diminuito le quantità, dovendo combattere con due problemi, ormai cronici: i cambiamenti climatici da una parte e l’aumento esorbitante dei costi dall’altra, che complicano, e non poco, il lavoro, specie nella programmazione”.

“Quest’anno – osserva Giadone – abbiamo impiantato meno prodotto con minori rischi. Dal punto di vista produttivo abbiamo osservato un netto anticipo, di almeno un mese, avendo iniziato già a gennaio, quando di solito si parte a fine febbraio. Il fattore positivo è che la carota vecchia sta mancando, essendoci meno seminativi. Le poche carote alla rinfusa presenti attualmente vengono vendute a 60-65 centesimi al chilo in partenza, mentre lo scorso anno i valori erano tra i 30 e i 35 centesimi.

Le differenze tra la GDO europea e quella italiana. L’appello di Giadone

“I presupposti commerciali sono buoni. Stiamo già ottenendo buoni risultati all’estero, come in Francia e Germania”, afferma l’imprenditore agricolo. “Per noi l’export è sempre più strategico – aggiunge. “Come Natura Iblea già a settembre iniziamo a firmare importanti contratti con la GDO europea. Nei punti vendita di Edeka, per esempio, dal 15 marzo al 16 giugno inviamo cinque camion a settimana. In Italia purtroppo è impossibile generare questi numeri. Nel Belpaese, il biologico, seppur in crescita, è ancora troppo poco sviluppato: parliamo di pochi punti percentuali sul totale, mentre in certi Paesi esteri siamo al 15% se non oltre. Siamo la più grande realtà italiana produttrice di carote biologiche, di cui l’85% vengono esportate. Credo che la chiave di volta sarà quando la GDO italiana imiterà quella estera e si convincerà ad acquistare direttamente dalla produzione invece che da piattaforme o cooperative, riducendo così i passaggi di filiera e i costi”, dichiara Giadone.

Secondo l’operatore ragusano, tuttavia, non mancano alcune realtà virtuose: “Un esempio può essere la catena siciliana Gruppo Arena, per la quale forniamo il prodotto con tempi ridottissimi. In tre anni con i supermercati Decò (che fanno parte del gruppo Arena) siamo passati da zero a 600mila euro di fatturato, in particolare con la carota bio, seguita da zucchine, banane e mele”. “SE la GDO si rivolge direttamente alla produzione e crede in questi progetti, con cui tra l’altro si possono staccare prezzi più competitivi, il mercato risponde”.

“L’auspicio – conclude Giadone – è che anche la GDO italiana si accorga che il nostro Paese è il più grande produttore di bio, e si rivolga direttamente alla produzione. In questo modo si potrebbe programmare in maniera molto più efficace ed efficiente”.

Emanuele Zanini

emanuele.zanini@corriere.ducawebdesign.it

 

(L’articolo è inserito nel focus dedicato alla carote, previsto nell’ultimo numero del Corriere Ortofrutticolo che verrà diffuso anche a Fruit Logistica)

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