CAROTA NOVELLA SICILIANA, STAGIONE DA DIMENTICARE. L’APPELLO DI GIADONE: “LA GDO PROGRAMMI CON I PRODUTTORI”

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Stagione da dimenticare per la carota novella siciliana, con grandi quantità di volumi lasciati nei campi per mancanza di domanda.

Ad illustrare la situazione del mercato è Roberto Giadone (nella foto), presidente di Natura Iblea, azienda di Ispica (Ragusa), tra le principali realtà italiane nel biologico, e tra l’altro Protagonista del Corriere Ortofrutticolo e vincitore del premio Green Innovation 2022 di Bper Banca.

“Solitamente le piogge invernali verso marzo provocano un netto abbassamento della qualità della carota vecchia nel Nord Italia e anche in Nord Europa”, premette l’imprenditore ragusano. “Quest’anno, invece, la siccità diffusa ha consentito al prodotto vecchio di mantenere qualità più che sufficienti per continuare ad essere venduto. La conseguenza è stata che l’Europa e il Nord Italia hanno continuato ad acquistare e consumare la carota vecchia, mentre per quella novella siciliana il mercato è stato quasi inesistente”, osserva Giadone.

Le carote novelle siciliane sono così rimaste per buona parte nei campi: “Solo a Ispica saranno almeno 180 gli ettari in cui non è stata effettuata la raccolta. Se consideriamo che su ogni ettaro si producono mediamente 650 quintali di prodotto i conti sono presto fatti”: ben oltre i 100 mila quintali di merce non raccolti (almeno 117 mila quintali). “I prezzi sono precipitati e purtroppo raccogliere il prodotto diventava anti economico – aggiunge l’imprenditore siculo. La beffa è che nel frattempo la carota in Europa viaggia a gonfie vele con nessun calo di prezzi, mentre qui in Sicilia, si è raccolto si e no il 60% dei volumi di carote, con quotazioni però calate di oltre il 70%”.

Il fenomeno, tuttavia, non ha riguardato l’azienda condotta da Giadone. “Come Natura Iblea ci siamo salvati, dal momento che stipuliamo preventivamente contratti di fornitura già a settembre, nel momento della semina, definendo con i clienti quantità e prezzi. Le catene distributive nostre partner, a partire da quelle estere, hanno rispettato ossequiosamente i contratti firmati”.

Secondo Giadone, per evitare crisi come quelle di quest’anno, è indispensabile programmare, creando rapporti di filiera più solidi. “In particolare – precisa – lancio un appello alla grande distribuzione italiana che, per il biologico ma non solo, segua l’esempio della GDO estera e interloquisca direttamente con le aziende produttive, senza passare da intermediari, creando insieme una programmazione. Noi da anni ci riusciamo con ottimi risultati. Credo sia un passaggio fondamentale per il futuro del comparto”.

Emanuele Zanini

emanuele.zanini@corriere.ducawebdesign.it

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