CAROTA DEL FUCINO IGP, IMPOSSIBILE PRODURLA: I PRODUTTORI PRONTI A SCENDERE IN PIAZZA

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Gli agricoltori abruzzesi sono pronti alla mobilitazione per far conoscere al neo ministro delle Politiche Agricole Mario Catania la loro situazione. I produttori della carota dell’altopiano del Fucino chiedono infatti dal 2008 che sia modificato il disciplinare di produzione della Igp “che oggi non si può produrre a causa di valori previsti che non sono aderenti alla realtà”.

 

Mentre in soli quattro mesi il Consorzio della Patata Dop di Bologna ha ottenuto un’audizione per poter cambiare quanto previsto dal disciplinare. “Mi domando come possa essere successa una cosa del genere", spiega il direttore di Confagricoltura L’Aquila Stefano Fabrizi in un’intervista al Velino. "Oltretutto per la Dop bolognese è stato chiesto un totale stravolgimento del disciplinare di produzione”, incalza. Lo scorso 20 ottobre 2011 si è tenuta una pubblica audizione per la modifica del disciplinare di produzione della patata Dop chiesta dal Consorzio di tutela bolognese lo scorso 8 giugno. Secondo il Consorzio di tutela delle produzioni orticole del Fucino-Cotof, (composto da Coldiretti, Cia e Confagricoltura) ci sono due velocità: “lenta per le istanze dei produttori Abruzzesi, veloce per le richieste dei pataticoltori dell’Emilia Romagna”.

L’Italia in sostanza ha “sulla carta” una denominazione di origine che di fatto non riesce a produrre. E da De Castro a Romano, passando per Zaia e Galan, la questione non si è ancora risolta. La carota dell’Altopiano del Fucino, sebbene sia iscritta nel registro delle indicazioni geografiche protette (Igp) dal 2007, non si riesce a produrre a causa di un disciplinare di produzione che prevede un valore di Beta Carotene e di proteine ad un livello talmente elevato che difficilmente può essere raggiungibile attraverso l’utilizzo di tecniche di coltivazione ordinarie previste dal disciplinare stesso. Il regolamento (CEE) N. 2081192 del Consiglio prevede che la carota abbia una forma cilindrica con punta arrotondata, assenza di peli radicali; un colore arancio intenso compreso il colletto; un valore di saccarosio non inferiore al 3 per cento; un valore di beta carotene non inferiore a 100 mg/Kg; una valore di acido ascorbico che non sia inferiore a 5 mg/Kg; un valore di proteine non inferiore all’1,2 per cento per cento e di fibra non inferiore all’1,2 per cento. Il Consorzio chiede di modificare il valore del betacarotene – che rimane non inferiore a 60 mg/Kg e delle proteine stabilite a non meno di 0,5 per cento. Tutto è iniziato nel 1999 quando Coldiretti, Cia e Confagricoltura dettero vita al Consorzio di tutela e valorizzazione degli ortaggi dell’Altopiano del Fucino (Co.TO.F .) con l’obiettivo di acquisire l’Igp della Carota.

Dopo un lungo iter si è riusciti ad ottenere l’ambito riconoscimento e con il Reg CE n.148/2007 del 15/02/2007 ed il conseguente provvedimento del Direttore Generale del Mipaaf in data 8/3/2007 è stato reso pubblico il disciplinare della denominazione "Carota dell’Altopiano del Fucino" che è stata iscritta nel registro delle indicazioni geografiche protette. Ma con le carte già sul tavolo e con Bruxelles che aveva già iscritto la nuova denominazione nel registro sono emersi, proprio dalle prove di certificazione effettuate (anche negli anni seguenti) i limiti del disciplinare di produzione che aveva previsto i due parametri analitici: il Beta Carotene e il tenore in proteine ad un livello talmente elevato difficilmente raggiungibili attraverso l’utilizzo di tecniche di coltivazione ordinarie. Motivo per cui il Consorzio spinge per modificare il disciplinare di produzione.

"A questo punto, per rimuovere rapidamente gli ostacoli frapposti senza motivo dal ministero, crediamo sia necessaria la mobilitazione", aggiunge Aniceto Ciaccia, presidente del Cotof. “Anche se continuiamo, con la consulenza fornita dall’assessorato regionale Agricoltura e il supporto scientifico del Crab e i dati delle analisi chimiche effettuate autonomamente dalla ditta Aureli negli ultimi 10 anni, a fornire tutta la nostra collaborazione al ministero affinché esamini l’istanza”.

Ed è polemica: pare che ai funzionari del ministero non siano mai arrivate alcune pratiche richieste e necessarie per avviare la procedura. Ma non la pensa così Fabrizi: “Il ministero ha tutti i documenti che ci sono stati richiesti nel corso degli anni. Abbiamo la lista completa di tutte le pratiche inviate, ma ogni volta ci veniva chiesta qualche cosa di più”, spiega. “Quindi andremo in mobilitazione”. A meno che, precisa, “il nuovo ministro ci dia in tempi brevissimi una risposta”. La misura del Piano di Sviluppo rurale 132 che concede agli agricoltori un contributo di 1000 euro per tre anni per contribuire a pagare la certificazione Igp della carota scade il 22 novembre.

Sulla questione interviene pure l’assessore regionale alle Politiche Agricole dell’Abruzzo Mauro Febbo (nella foto): "Posso rassicurare le associazioni di categoria che la direzione agricoltura è attenta e sta coadiuvando costantemente, rispettando regole e tempistica, il consorzio del Fucino presso il Ministero per le procedure necessarie richieste per il nuovo disciplinare e certificazione IGP della Carota".

"E’ fuori luogo", ha affermato l’assessore, "il paragone fatto con la patata di Bologna poiché ogni prodotto ha una relativa tempistica, metodologia e storia. Voglio informare che il consorzio ha protocollato le relative modifiche alla certificazione IGP della carota del Fucino presso il Ministero dell’Agricoltura il 10 novembre scorso così da definire il nuovo disciplinare. I produttori sono a conoscenza che le modifiche sono state inevitabili e necessarie affinché il betacarotene e le proteine rispettassero i parametri e limiti consentiti per legge".

"Questo meticoloso lavoro è stato svolto anche grazie ad un apporto scientifico realizzato dal centro ricerca Crab di Avezzano per garantire sul mercato la qualità e il Marchio della carota del Fucino. Sono convinto che per fine anno o inizio 2012 si concluderà questo lavoro con una pubblica audizione e sopralluogo del ministero dell’Agricoltura così da ottenere la certificazione IGP".

"Invece – ha sottolineato Febbo – l’iter per il riconoscimento DOP per la patata dell’altopiano del Fucino è anch’esso in dirittura di arrivo. La direzione agricoltura della regione Abruzzo, come sollecitato dal Ministero, sta inoltrato i dati e la documentazione storiografica sul famoso prodotto della vallata così da completare gli adempimenti".

"Quindi – ha concluso l’assessore – con impegno e in collaborazione con il ministero stiamo cercando di perseguire due importanti risultati per la Marsica. I produttori e gli agricoltori possono essere certi di constatare in breve tempo che sia la certificazione IGP della carota che il riconoscimento della patata DOP del Fucino andranno a incidere in modo rilevante nei mercati ortofrutticoli".

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