CARNI CANCEROGENE: UN ASSIST FORMIDABILE PER L’ORTOFRUTTA. CHE PERÒ NON SA SFRUTTARLO

Condividi

“Le polemiche sul consumo della carne rischiano di danneggiare la filiera zootecnica italiana, che rappresenta una voce importante dell’economia nazionale e del made in Italy, fiore all’occhiello per qualità ed elevati standard di produzione".

Così Giorgio Mercuri presidente dell’Alleanza delle Cooperative Agroalimentari. Sulla stessa linea più o meno i commenti delle organizzazioni professionali agricole Cia, Coldiretti e Confagricoltura dopo l’allarme suscitato dal rapporto dell’Oms (Organizzazione mondiale della Sanità) sui rischi legati ai consumi di carne in relazione all’insorgere dei tumori. Curioso (e singolare) che questo allarme arrivi dopo il gigantesco piano di aiuti (500 milioni) che la Ue ha deciso proprio per il comparto zootecnico (carne-latte) afflitto da crisi di prezzi e di mercato. Da un lato sosteniamo gli allevamenti, dall’altro li dipingiamo come possibili ‘fabbriche’ di malattie.

Leggo su Italiafruit.net un commento di Daniele Bianchi dal titolo “E’ arrivato il momento dell’ortofrutta?”, che conclude: “ Forse nulla, ora, sarà più come prima”. Ragionevoli le argomentazioni, ma sulle conclusioni dissento: tutto resterà più o meno come prima. In primo luogo perché la confusione è tanta. Carni fresche, carni lavorate, valutazioni scientifiche disparate: la gran massa dei consumatori si perde nella nebbia, capisce qualcosa ma poi difficilmente modifica i suoi comportamenti di acquisto, specie se le sue possibilità economiche sono limitate. Poi perché la lobby – dalla produzione al dettaglio – delle carni fresche/lavorate/salumi ecc. è molto potente ed ha già alzato in volo la contraerea.

Su Freshplaza Raffaella Quadretti sottolinea il ‘silenzio assordante’ della filiera ortofrutticola. E qui per me è il punto. Quando Francesco Pugliese ripete che l’ortofrutta ha una immagine ‘sfigata’ vuole dire proprio questo: quale settore economico si trova servito su un piatto d’argento un assist così formidabile – e senza avere speso una lira, pardon un euro – e non lo sfrutta al meglio in termini di comunicazione e di marketing? Solo l’ortofrutta può darsi la zappa sui piedi con tanta incoscienza. Qualunque altro settore economico, bisognoso di far crescere i suoi consumi, avrebbe già convocato una grande agenzia di pubblicità per mettere in piedi una campagna a sostegno dei valori di salute e benessere dell’ortofrutta e della Dieta mediterranea, anche senza infierire troppo sui ‘cugini’ produttori di carne. Con un po’ di impegno si troverebbero anche agevolmente gli aiuti pubblici per finanziarla, in toto o in parte. E magari ci potrebbe stare anche la Gdo, se coinvolta con intelligenza. Ma fare questo significherebbe mettersi attorno a un tavolo, fare squadra, fare sistema, privati, cooperative, Op, Unioni e quant’altro. Non è che al settore manchino i mezzi, manca la volontà, mancano i leader. Tutti tirano a campare, ognuno cura il suo orticello e morta lì. Tanti attori sulla scena, anche bravi, a volte bravissimi, ma senza regia, senza un copione. E il film non nasce. Dissolvenza.

Lorenzo Frassoldati

direttore del Corriere Ortofrutticolo

Sfoglia ora l'Annuario 2024 di Protagonisti dell'ortofrutta italiana

Sfoglia ora l'ultimo numero della rivista!

Join us for

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER QUOTIDIANA PER ESSERE AGGIORNATO OGNI GIORNO SULLE NOTIZIE DI SETTORE