di Emanuele Zanini
Manca tra il 20% e il 30% di carciofi in Sardegna, dove la stagione è partita in netto ritardo rispetto alle media. “Abbiamo iniziato ai primi di novembre con un mese di ritardo”, conferma Salvatore Lotta (nella foto), direttore commerciale dell’OP Agricola Campidanese di Terralba (Oristano), prima realtà ortofrutticola dell’isola. “Il calo produttivo e la partenza assai ritardata – non solo in Sardegna ma anche in altre aree produttive come Sicilia e Puglia – sono dovuti ai cambiamenti climatici in atto. Questa situazione, tuttavia, ci rende speranzosi per quanto riguarda i prezzi, partiti con valori interessanti, tengano nel tempo, con un parallelo aumento dei consumi”.
L’OP sarda coltiva l’ortaggio su circa 400 ettari, tutti sull’isola, con le varietà Spinoso, Terom e Romanesco, valorizzato sugli scaffali grazie anche al marchio L’Orto di Eleonora.
L’attività dell’azienda, tuttavia, non si limita alla commercializzazione di frutta e ortaggi (gli altri prodotti di punta, oltre al carciofo sono i pomodori, con il Camone, e per l’estate meloni e angurie), ma si espande al sociale.
La solidarietà attiva dell’azienda in Burundi
In tal senso Salvatore Lotta è in prima linea e parte attiva in un lodevole progetto di solidarietà che va avanti da anni per punta ad aiutare le popolazioni africane del Burundi. Il manager sardo è tornato da poco da una nuova missione nel Paese dell’Africa centrale, uno dei più poveri al mondo.
“Sono tornato da poco da Bujumbura, capitale del Burundi, per portare avanti il nostro sostegno ad un progetto dell’associazione San Filippo Neri, che ha sede nel ghetto più povero della capitale, dove si trovano 2.200 bambini organi. Quando ti trovi lì sembra ti atterrare in un altro mondo, di trovarsi sulla luna. Non si può capire realmente cosa significhi finché non vedi con i tuoi occhi la gente dormire su una stuoia sul terreno in un capanna di mattoni, bambini nutriti quasi solo a manioca, che di sostanze nutritive in realtà non ne ha”, racconta Lotta.
In costruzione un caseificio
L’azienda sarda negli anni nella capitale burundese ha costruito prima un’azienda agricola, prima implementando la coltivazione di cereali, patate dolci e mais, oltre a riso e fagioli, poi ampliando l’attività con l’allevamento di una ventina di vacche e una cinquantina di capre per la produzione del latte. “Ora stiamo lavorando per ultimare la costruzione di un caseificio”, spiega Lotta, “per realizzare anche la trasformazione di parte del latte fresco prodotto. In questo modo saremo in grado di aiutare concretamente le popolazioni locali con una fonte di reddito diretta”.
Le iniziative sociali a favore del Burundi non si fermano in Africa ma si “trasferiscono” anche direttamente in Sardegna, come la cena solidale, giunta ormai alla sua tredicesima edizione, organizzata nella palestra comunale di San Nicolò d’Arcidano (Oristano) per sabato 2 dicembre a favore proprio dei bambini del Burundi. I fondi raccolti in questi anni hanno contribuito a portare avanti i progetti nel Paese africano, a partire dalla nascita dell’azienda agricola e le altre attività e strutture collaterali.