CAMPAGNA ESTIVA, ALEGRA SORRIDE: “IL CLIMA CI HA AIUTATO, SIAMO OTTIMISTI”

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La campagna estiva parte con il piede giusto grazie al meteo che finora, per una volta, non ha creato particolari problemi alla colture. Per i prossimi mesi si respira pertanto un clima di moderato ottimismo in casa del gruppo Alegra, attraverso il direttore generale Mauro Laghi (nella foto).

“Per fortuna non abbiamo subito le gelate che invece hanno caratterizzato la scorsa stagione, a cui si erano sommate le due alluvioni di maggio”, afferma al Corriere Ortofrutticolo il manager della società cooperativa emiliano romagnola. “Ci sarà anche un anticipo nella maturazione dei frutti, che è un fattore positivo in quanto la campagna si allunga e ci sono le possibilità di spalmare le vendite su un periodo più lungo. In generale ci aspettiamo un buon livello qualitativo generale, affiancato da una buona produzione”, aggiunge Laghi. “Mancherà qualcosa sulle albicocche e in alcuni areali del Mezzogiorno, ma le prospettive sono buone”.

La fiducia, a livello produttivo ma anche commerciale, quindi non manca: “Abbiamo tutti i numeri per tornare a giocare un ruolo da protagonisti a livello europeo, soprattutto se il meteo ci darà una mano. Lo scorso anno abbiamo tenuto le posizioni nonostante inevitabili difficoltà produttive causate dal maltempo”.

Ciliegie in pieno recupero

Entrando nel dettaglio, sulle ciliegie il direttore di Alegra non nasconde l’ottimismo: “Siamo pronti ad iniziare le prime vendite, già con l’areale di Vignola. C’è un anticipo di produzione e la frutta è di ottima qualità. Lo scorso anno abbiamo registrato fino al -75% di volumi, quest’anno siamo in piena produzione”.

Imminente anche l’avvio della campagna albicocche in Romagna, mentre in Calabria è iniziata la stagione delle nettarine, dove si registrano dieci giorni di anticipo.

“Volumi triplicati per Ondine”

“Quest’anno triplicheremo i volumi di Ondine (la nettarina piatta a pasta bianca di fascia premium, prodotta e commercializzata da Alegra assieme ai partner Mazzoni e Naturitalia, ndr), con un migliaio di tonnellate (nel 2023 si erano raggiunte le 300 tons). Nel 2025 arriveremo a 2.500 tonnellate e nel 2026 a 4.500”, afferma Laghi. “Il prossimo inverno avremo a regime 180 ettari. I feedback registrati finora sono molto positivi. Il progetto cresce, la qualità è elevata. Siamo molto soddisfatti. Ora serve spingere ulteriormente sulla comunicazione: il prodotto va fatto conoscere”.

Le prospettive sono incoraggianti anche per le produzioni autunnali, a partire da mele, pere e cachi. “Sul kiwi abbiamo recuperato volumi sebbene la produzione non sia piena (la fioritura non è stata eccezionale). Abbiamo di certo recuperato sul 2023, annata ai minimi con la produzione dimezzata. Ci aspettiamo i volumi del 2022, comunque sotto la media, con un -20% circa”.

Dulcis, “ampi spazi sul mercato

All’interno del comparto dell’actinidia si distingue il brand Dulcis: “Lo scorso anno il progetto (condiviso con Orogel e Apofruit) ha consentito di arrivare a 300 tonnellate che quest’anno diventeranno 650”, spiega il manager emiliano romagnolo. “La qualità è elevata, confermandosi come una delle varietà di kiwi verde migliori dal punto di vista qualitativo a livello internazionale, grazie ad un elevato grado brix ma allo stesso tempo con un buon equilibrio tra dolcezza e acidità. Lo spazio sul mercato per questo prodotto premium c’è: serve colmare il vuoto presente nel segmento di alta gamma sul kiwi verde”.

L’unica nota dolente, presente in generale su tutto il comparto, rimane la manodopera, sempre più difficile da trovare.

Il gruppo Alegra prosegue nella differenziazione delle aree produttive, sparse in varie zone d’Italia. “Essere presenti in maniera capillare in diverse aree del Paese è premiante. Differenziarsi ti consente di gestire meglio non solo le produzioni ma anche far fronte a crisi come quella dello scorso anno”. Alegra nel 2023 ha sviluppato un fatturato di 165 milioni, che ha risentito del calo produttivo (nel 2022 era sopra i 180 milioni di euro). Sono circa 100mila le tonnellate di prodotto commercializzato, di cui il 50% viene esportato, specialmente in Europa, senza tralasciare altre destinazioni come America e Medio Oriente, in particolare con susine, mele e kiwi. “La crisi geo politica lascia diverse incognite a livello commerciale sulle aree dell’Arabia e dell’Estremo Oriente, ma la nostra organizzazione commerciale è in grado di gestire anche queste situazioni così delicate”.

Emanuele Zanini

emanuele.zanini@corriereortofrutticolo.it

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