CALDO E SICCITÀ, CIA: AGRICOLTURA GIÀ IN CRISI, “CODICE ROSSO” PER FRUTTA E ORTAGGI

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Siccità ai massimi livelli già a marzo, con danni incalcolabili per l’agricoltura. A “tremare” per i tagli alle rese produttive, che potrebbero toccare punte del 50%, sono gli agricoltori, tra cui anche quelli che producono frutta e verdura. Questo è il quadro che emerge da un attento monitoraggio effettuato su tutto il territorio nazionale dalla Cia-Confederazione italiana agricoltori.

L’associazione rivela come il problema delle mancate precipitazioni piovose stia angosciando gli operatori del settore. In molte zone del Paese si registrano deficit idrici che sfiorano il 75% rispetto agli standard stagionali.

In Piemonte,Toscana, Emilia Romagna, Lombardia e Veneto non piove da troppo tempo, ma anche in quelle regioni, dove si sono registrate abbondanti nevicate invernali, la terra ha ripreso a chiedere acqua. Gli agricoltori – continua la Cia – non usano mezzi termini e definiscono la situazione da “codice rosso”.

Ad esempio, in Piemonte desta grande preoccupazione il livello del Lago Maggiore che ha raggiunto i 25,5 centimetri sopra lo zero idrometrico, troppo poco per assicurare una riserva a lungo termine. E in Toscana chiedono interventi sulla diga del Montedoglio, per ridurre le perdite del sistema degli acquedotti e investimenti per la depurazione finalizzata al recupero e al riuso dell’acqua per fini non potabili, aumentando la disponibilità idrica a fini agricoli. La siccità – sottolinea la Cia – è un vero incubo per l’agricoltura e bisogna trovare soluzioni tempestive per garantire acqua sui campi, così come la legge n.36/94, che dà priorità all’agricoltura sull’uso dell’acqua subito dopo il consumo umano. Questo, per scongiurare un danno che avrebbe ripercussioni gravi su tutta l’economia del Paese e la società. Oltre 1,5 milioni di famiglie italiane – conclude la Cia – vivono di agricoltura e già si trovano a fronteggiare la crisi che attanaglia la Penisola. Pensare che potrebbero non avere acqua a sufficienza per produrre in abbondanza e in qualità significherebbe assestare un colpo letale ai loro redditi.

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