L’idea è di quelle destinate a cambiare la metodologia sin ora usata da molti produttori di clementine riguardo alla fissazione del prezzo alla produzione: proporre un prezzo unitario di produzione. È questa la proposta lanciata nei giorni scorsi dal Distretto Agroalimentare di Sibari unitamente alle associazioni professionali di categoria, ai produttori e alle cooperative.
È stato il presidente del Distretto, Antonio Schiavelli (nella foto), ad illustrare le motivazioni che inducono i produttori di clementine ad avviare questa "ipotesi di ragionamento". Si tratta del primo tentativo serio di proporre alla grande distribuzione un prezzo alla produzione, fissato a 45 centesimi al chilo, che dovrebbe essere uniforme per tutti i produttori di clementine della Piana di Sibari.
"È giunto il momento – afferma Schiavelli – che si intraprenda questa strada, tenendo conto del fatto che il settore sta attraversando un periodo abbastanza difficile e la crisi sta mettendo i produttori in condizioni che potrebbero minare il loro futuro lavorativo. Secondo noi del Distretto questa strada va intrapresa e in ciò siamo spalleggiati dai grandi produttori del territorio e dalle organizzazioni professionali. Francamente – ha aggiunto Schiavelli – non sappiamo quali risultati concreti riusciremo a cogliere, però bisogna iniziare".
Dal canto suo, Natale Gallo, rappresentante della Cia, ha illustrato come si è giunti a fissare il prezzo minimo di 45 centesimi al chilo. "Abbiamo tenuto conto – spiega – dei costi che il produttore deve sostenere per produrre un chilo di clementine e indubbiamente 45 cent è un prezzo altamente competitivo. Tale prezzo – conclude – è quello al produttore, il resto appartiene ad altri fattori". (fonte: Calabria Ora)