BRASSICHE, IL 60% DELLE VENDITE È IN GDO. “COMUNICARE DI PIÙ E SPINGERE SU IV-V GAMMA PER CRESCERE”

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Dalla Grande Distribuzione passa il 60% delle vendite della “galassia brassiche”. In Coop Italia la categoria cavoli, broccoli &C. sviluppa vendite per un milione di chili includendo sfuso, prima gamma evoluta, quarta gamma e biologico. Una variegata famiglia di ortaggi che ha un discreto gradimento da parte dei consumatori, caratterizzato da un trend in crescita soprattutto nella proposta di pratico consumo della prima gamma evoluta, così come nelle proposte ad alto contenuto di servizio della quarta e quinta gamma e che potrebbe affermarsi ancora di più investendo maggiormente nella comunicazione di prodotto. Queste le principali considerazioni emerse dalla tavola rotonda sul mercato delle brassiche svoltasi nell’ambito della “Giornata nazionale delle Brassiche-Gli Ortaggi della salute” promossa presso la Reggia di Portici da Gemma Editco/Corrriere Ortofrutticolo e organizzata da Agenzia Omnibus con il patrocinio del Dipartimento di Agraria dell’Università Federico II. A illustrare ai presenti l’esperienza e i dati di Coop Italia nella categoria Brassiche è stato Germano Fabiani, della Direzione Freschissimi e Responsabile Ortofrutta del colosso distributivo, mentre sul fronte dei buyer ha preso la parola Christian Baron dell’agenzia svizzera di importazione Bardini+Keller.

Fabiani, intervistato da Mirko Aldinucci di Corriere Ortofrutticolo e FreshCutNews, ha rimarcato come le brassiche si vendano in Coop al 60% sfuse e restante confezionato. “La ragione sta nell’assortimento – ha spiegato Fabiani -, cavolfiore bianco e broccoli, i più richiesti dai consumatori, sono infatti largamente proposti come sfusi. Interessante invece, la declinazione di tutti quei segmenti di categoria come cavolo nero, Kale, cime di Rapa, rosette di cavoli, che per essere comunicati, vengono presentati come confezionati”. Il manager di Coop Italia ha anche rilevato come le brassiche siano una categoria difficile da spingere nei consumi, “in quanto impegnativa, tutta da cucinare, salvo giusto i cavoli cappucci, nella modalità “crauti crudi”. L’aspetto dell’odore in cottura, fortemente avversato da molte persone, per esempio, non le facilita. In ogni caso in Coop, i consumi a quantità sono in cauta crescita, +4% e la prima gamma evoluta segna il trend di crescita maggiormente positivo. D’altra parte pensiamo alle sole rosette di cavolfiori, broccoli, mixate o i mix di cavolfiori colorati. Sono tutte proposte al cliente, con elevato contenuto di servizio, ovvero confezioni da aprire, sciacquare e spadellare, che eliminano anche il fastidioso problema di smaltimento dell’umido, che in certi ortaggi, arriva al 40% dell’acquistato. Anche il segmento del surgelato cresce in modo significativo”.

Alla domanda del moderatore Mirko Aldinucci su come sia organizzata la Marca del Distributore riguardo questa categoria di ortaggi, Fabiani ha risposto che “Coop diversifica la proposta di MDD, con la linea centrale dell’assortimento Origine Coop, dalle caratteristiche di tracciabilità, salute alimentare ed etica di filiera, e quella biologica Vivi Verde. Non c’è il Fior Fiore Coop perché la categoria difficilmente propone talune eccezioni in grado esprimere un plus valore, percepibile dal cliente e quindi disponibile a pagare un valore superiore. Una tiepida eccezione l’abbiamo lanciata ad inizio anno, con una linea di V gamma che vede proporre quattro brassiche – cavolfiore, broccoli, cime di rapa e verza -, oltre ad altre due verdure. In questa caso, il plus valore è insito al processo industriale di cottura ed origine della materia prima. E i risultati sono al di sopra delle aspettative“.

Svizzera secondo mercato per l’export di brassiche italiana, prima la Germania

“La praticità di utilizzo è oggi essenziale per il consumatore – ha rimarcato il buyer svizzero Christian Baron -, sempre più orientato a confezioni da aprire e buttare in pentola, senza perdere tempo nelle preparazione. Questa è la direzione in cui stanno andando i consumi di brassiche anche in Svizzera, dove, peraltro, il prodotto italiano è apprezzato per la vicinanza e la freschezza”. Del resto la Svizzera, come osservato dall’analista Ismea Mario Schiano, intervenuto alla tavola rotonda, è il secondo sbocco di mercato dell’export italiano di brassiche, assorbendo una quota dell’11% dietro alla Germania che giganteggia con il 47%. Anche per Schiano puntare sulla crescita di proposte confezionate può dare impulso al consumo di cavoli, broccoli& C.

“Ma sicuramente questa categoria di ortaggi va meglio comunicata – ha concluso il manager di Coop Italia Germano Fabiani – Infatti, per quanto sia conclamato l’effetto nutraceutico delle brassiche e/o crucifere, particolarmente nella prevenzione tumorale, non viene sufficientemente veicolato. Se accade, sono fenomeni isolati, all’insegna della singola buona volontà, ma innegabilmente disperdendo forze, risorse ed energie. Mi ha invece particolarmente colpito il racconto di cosa hanno fatto gli operatori alla produzione e commercializzazione, nella regione di Murcia in Spagna, autotassandosi per finanziare un piano di comunicazione comune e condiviso, da proporre ai canali di vendita finali, con lo scopo comune e condiviso di sensibilizzare al consumo di questi preziosi vegetali”.

Cristina Latessa

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