“L’agitazione degli autotrasportatori sardi, in atto da circa tre giorni, si sta aggravando di ora in ora, tanto da degenerare in un vero e proprio blocco dei porti e della movimentazione delle merci, con ripercussioni a catena sull’ordine pubblico, sull’approvvigionamento degli scaffali della grande distribuzione e sulla tenuta economica di migliaia di imprese agricole sarde e del resto della Penisola”.
Lo sottolinea il presidente della Copagri Franco Verrascina (nella foto), che ha scritto una lettera in merito al Presidente del Consiglio dei Ministri Mario Draghi e ai Ministri dell’Interno Luciana Lamorgese e delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali Stefano Patuanelli.
“In gioco c’è l’interscambio commerciale isolano di numerosi beni, fra i quali i prodotti agricoli, che vengono bloccati prima dell’imbarco e rispediti alle aziende, con incalcolabili danni economici per le imprese agricole, legati all’alta deperibilità delle produzioni”, prosegue Verrascina, esprimendo grande preoccupazione e facendo appello al senso di responsabilità di tutte le parti in causa.
“Tale situazione, che si è spinta ben oltre il semplice presidio annunciato e autorizzato delle competenti Autorità, rischia di mettere definitivamente in ginocchio il primario isolano, che al pari di quello nazionale ha sempre garantito con grande senso di responsabilità il regolare rifornimento degli scaffali, pur dovendo pagare lo scotto di una congiuntura economica sfavorevole, legata a doppio filo alle conseguenze della pandemia e all’aumento dei costi di produzione, su cui si sono innestate le problematiche derivanti dalla drammatica crisi geopolitica in atto sul versante comunitario orientale”, osserva il presidente.
“Le tensioni richiamate, che vanno a sommarsi al gap dell’insularità che già pesa sui trasporti da e per la Sardegna, rischiano inoltre di alimentare una pericolosa ‘lotta tra poveri’, creando tensioni tra categorie di lavoratori messe alle strette dalla difficile congiuntura economica attuale”, rimarca Verrascina, invitando il governo, e in particolare il Viminale, a “intervenire per stemperare le tensioni e assicurare il regolare flusso dei prodotti agroalimentari, in particolar modo di quelli deperibili, anche e soprattutto in ragione del fatto che si tratta di un problema di ordine pubblico che si aggrava di ora in ora”.