BLOCCO TRASPORTI, LETTERA-APPELLO DI ITALIA ORTOFRUTTA AL GOVERNO: “SERVE RAPIDO INTERVENTO”

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Una lettera appello, una richiesta d’aiuto per cercare di porre fine all’emergenza causata dal blocco dei trasporti generata dallo sciopero degli autotrasportatori in diverse zone d’Italia. Italia Ortofrutta, attraverso il proprio presidente Gennaro Velardo (nella foto), ha inviato la missiva al presidente del Consiglio Mario Draghi, al ministro dell’Interno Lamorgese, del Mipaaf Stefano Patuanelli e delle Infrastrutture Enrico Giovannini.

“Il blocco dei trasporti a cui stiamo assistendo in questi giorni, a prescindere da qualsiasi motivazione legittima o meno che vi sia alla base, sta determinando una situazione di disagio e di limitazione della libertà che non può essere oltre modo tollerata”, scrive l’Unione Nazionale. “Pur condividendo le motivazioni degli autotrasportatori, non si può accettare che siano gli agricoltori a pagarne il prezzo”.

Italia Ortofrutta sottoliena come “le Organizzazioni dei Produttori ortofrutticole (O.P.) – imprese attive nella coltivazione, lavorazione trasformazione e commercio dei prodotti ortofrutticoli – si trovano nella situazione di non poter fare arrivare i loro prodotti nei punti vendita e quindi ai consumatori, assistendo al deperimento degli stessi nei campi e nei magazzini. Oltre alla mortificazione della nostra attività di produttori di cibo si aggiunge l’enorme perdita economica che grava su un settore agricolo che ha margini estremamente ridotti.

Inoltre è intollerabile il comportamento di alcune catene di distribuzione, riferitoci dalle nostre OP, che minacciano, in mancanza degli approvvigionamenti dei nostri prodotti, di sostituirli con prodotti di origine spagnola e di altra provenienza non nazionale”.

Italia Ortofrutta chiede quindi “un rapido intervento dei Prefetti per riportare, con urgenza, uno stato di normalità che consenta alle nostre imprese di continuare a svolgere il loro ruolo, se necessario, facendo intervenire i trasporti dell’esercito o garantendo presidi e corridoi alla circolazione di prodotti agricoli”.

Per Italia Ortofrutta inoltre “è essenziale intervenire da subito per affrontare i problemi strategici che stanno soffocando la produzione tra cui il costo dell’energia, l’eccessivo costo della manodopera agricola, le difficoltà nel trovare lavoratori per le attività di campagna e di magazzino fino alle pratiche sleali della filiera che non determinano un’equa distribuzione del valore. Tutti aspetti questi che hanno visto il nostro settore soccombere o essere escluso anche nei recenti provvedimenti di legge. L’agricoltura, non essendo considerata, erroneamente, un settore energivoro, è stata esclusa dal credito di imposta relativo all’aumento dei costi energetici anche se un limitato aumento dei costi delle bollette energetiche è sufficiente per far saltare l’equilibrio dei già deboli bilanci aziendali”.

L’Unione nazionale ricorda inoltre come lamenti da anni che “il costo della manodopera agricola non è più sostenibile con il livello dei prezzi di realizzo dei prodotti ortofrutticoli. Il D. Lgs. 8 novembre 2021, n.198 “Pratiche Sleali” invece di tutelare il settore da queste pratiche le avvalla.

Il punto 4 dell’art. 4 dello stesso D. Lgs recita: “sono inoltre vietate le seguenti pratiche commerciali, salvo che esse siano state precedentemente concordate da fornitore e acquirente…”. Ma quale Organizzazione dei Produttori o impresa agricola, per quanto grande che sia, sarebbe in grado di non firmare un contratto “proposto” dalla GDO?”, si chiede con preoccupazione Velardo che poi rivolgendosi direttamente al ministro Patuanelli aggiunge: “Allo stato dei fatti, alle nostre O.P. converrebbe avere la possibilità di rendicontare nell’OCM ortofrutta e nei PSR i costi energetici e non gli investimenti in qualità, sostenibilità ambientale, sicurezza alimentare e transizione ecologica così come ci viene chiesto di fare e su cui, nonostante tutto, siamo convinti sostenitori.

La transizione ecologica, la sostenibilità e via discorrendo sono temi in cui crediamo fermamente. Sono alla base della strategia europea del nostro settore ortofrutticolo che stiamo perseguendo ma i relativi costi debbono essere valutati bene e non scaricati sulla parte più debole della filiera che, tra l’altro, è coercibile perché gestisce un prodotto altamente deperibile.

È necessario che l’Italia chiarisca una volta per tutte se la produzione di alimenti di qualità è strategica per il nostro Paese e quale valore gli si vuole dare.

Se, come pensiamo, l’alimentazione è strategica per il nostro Paese, per i nostri concittadini e per le nostre imprese, allora abbiamo bisogno di scelte politiche chiare e di una consequenzialità normativa che metta il settore ortofrutticolo al centro dell’agenda del Governo e che vada oltre gli specifici sostegni di cui il settore beneficia per le sue peculiarità.

Dobbiamo ridare valore e dignità ai nostri produttori ed un giusto riconoscimento economico al loro lavoro. Come sistema ortofrutticolo organizzato siamo pronti a dare il nostro contributo su queste tematiche e chiediamo pertanto un incontro urgente a cui faremo partecipare una delegazione delle nostre Organizzazioni dei Produttori”.

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