Costretti a non lavorare subendo pressioni e intimidazioni dai dimostranti. È la condizione in cui si trovano molti agricoltori siciliani secondo Andrea Valenziani, 31 anni, agrumicoltore di Carlentini (Siracusa), intervistato dal Corriere della Sera. “ A gennaio – racconta – vendiamo le arance tarocco. Ma non possiamo farlo, ci viene impedito".
Questo sciopero mi è già costato decine di migliaio di euro, ma i danni più grossi li farà nel lungo periodo, se continua”. “Anche stamattina (sabato 21 per chi legge, ndr) sono stato fermato a un blocco. Ti chiedono “Che stai facendo?” Tu devi rispondergli che non stai andando a lavorare. Va avanti da giorni e non si sa quando finirà”, racconta Andrea. Ma non sono solo economiche le ragioni che portano l’imprenditore a contestare il movimento. Dietro i forconi Andrea vede ombre più preoccupanti. “Volete sapere come ottengono le cosiddette adesioni agli scioperi? Guardate le denunce dei commercianti di Lentini. Sono stati minacciati, costretti a chiudere. Vanno avanti con le intimidazioni”. Secondo Andrea i veri rivoluzionari non sono i movimenti di protesta come i Forconi ma altri. “La Sicilia è piena di persone che la rivoluzione vera la fanno ogni giorno. In realtà è una cosa facilissima da fare, basta rispettare le regole. Lo si fa in silenzio, non con gli schiamazzi. É una cosa facilissimo da fare: basta rispettare le regole”.