BIOTECNOLOGIE NO-OGM, LA COMUNITÀ SCIENTIFICA SI MOBILITA A FAVORE DI LIBERA RICERCA E INNOVAZIONE

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Abbiamo recentemente sollevato in un editoriale il tema delle biotecnologie indispensabili in agricoltura per sfamare tutto il pianeta a parità di risorse, o con risorse calanti (leggi news). L’insopportabile ipocrisia che regna in questi primi anni del secolo XXI dominati dal rifiuto della competenza, dall’elogio dell’ignoranza e dal declino della fiducia nel progresso scientifico fa sì che tutti invochino “ricerca e innovazione”, poi quando si tratta di farle concretamente – almeno in agricoltura – scatta il riflesso condizionato, la voglia di ‘mulino bianco’ , la visione romantica e dopolavoristica della produzione fai-da-te di beni alimentari, di frutta e verdura nell’orto o nel giardino sotto casa.

In occasione del World Food Day il nostro ex ministro Paolo de Castro ha ricordato che “sarebbero necessari tre pianeti come la Terra se volessimo far beneficiare alla popolazione mondiale dei consumi alimentari pro capite del mondo occidentale. Non li abbiamo, ma dobbiamo ugualmente rispondere alla domanda crescente di cibo e cercare di sradicare la fame e la malnutrizione. Per questo non serve invocare la paura del nuovo, non servono politiche fatte in casa: bisogna intensificare la produzione agricola in modo sostenibile, attraverso la ricerca e l’innovazione”. La sentenza della Corte di giustizia Ue che ha sostanzialmente messo al bando le più recenti biotecnologie no-Ogm è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, sollevando una mobilitazione a favore della libera ricerca scientifica.

Autorevoli scienziati di più di 75 centri e istituti europei attivi nella ricerca sulle piante e le scienze della vita, tra cui la Federazione Italiana Scienze della Vita (www.fisv.org) e l’Associazione Italiana Società Scientifiche Agrarie (www.aissa.it), Cnr, Scuola Superiore Sant’Anna e Società italiana genetica agraria (www.geneticagraria.it) si sono uniti per sottoscrivere un documento che chiede con urgenza ai responsabili politici europei di salvaguardare l’innovazione in agricoltura e biologia vegetale. Siamo lieti, nel nostro piccolo, di aderire a questo documento di pubblico accesso (raggiungibile qui), in cui si chiede ai responsabili dei Governi europei e all’Ue di aggiornare la legislazione europea sugli ogm, per stare al passo con i progressi delle biotecnologie applicate all’agricoltura. L’iniziativa, lo ripetiamo, è la risposta alla sentenza della Corte di giustizia Ue dello scorso luglio che equipara agli ogm i prodotti di tutte le biotecnologie vegetali affermatesi dopo il 2001.

In parallelo a Firenze il 29 ottobre la benemerita Accademia dei Georgofili ha organizzato un convegno su “I rapporti tra scienza, politica e società, in relazione al progresso scientifico-tecnologico (Da Mendel al Genome Editing passando per gli OGM)”, per riportare la scienza al centro del dibattito sull’innovazione genetica in ambito agricolo, senza indulgere in ridicole contrapposizioni ideologiche. 
Il Presidente dei Georgofili, Prof. Massimo Vincenzini, è stato chiaro: “Il tema si presta a contrapposizioni ideologiche e pregiudizi che vanno purtroppo a danneggiare la ricerca scientifica. Eppure, è proprio la ricerca a produrre conoscenze e tecnologie sulle quali la società e la politica dovrebbero, rispettivamente, aggiornare le proprie opinioni e le proprie norme…Il rischio che intravedo è che ricerca, politica e società si perdano di vista e non procedano di pari passo, confrontandosi e convergendo ragionevolmente su obiettivi condivisi”. Il report sul convegno è visibile nelle news dei Georgofili (www.georgofili.info) e sulla pagina Facebook dell’Accademia , per cui rimandiamo lì la lettura dei vari interventi di autorevoli scienziati. Qui vogliamo solo ricordare le conclusioni della Prof.ssa Elena Cattaneo, docente dell’Università degli Studi di Milano e senatrice a vita. “L’’inarrestabile progresso umano nella storia è strettamente legato al metodo scientifico, che è l’unico in grado di esplorare la realtà. Tuttavia, i cittadini sono lontani dalla scienza perché la sua evoluzione è molto rapida, e richiede impegno anche solo per essere ascoltata. Compito e dovere della politica è garantire alle persone di fruire del progresso scientifico, senza il quale si tornerebbe alla barbarie”. L’esplosione di Internet e dei Social media – va detto – ha garantito visibilità e amplificato messaggi fuorvianti e fake news, dando voce a ciarlatani in cerca di consenso e (spesso) di soldi. Compito della libera informazione è fare argine a una deriva che ci porta dritto dritto verso un nuovo Medioevo.

Lorenzo Frassoldati

direttore del Corriere Ortofrutticolo

l.frassoldati@alice.it

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