Besana è diventato il secondo gruppo europeo nel comparto della frutta secca e disidratata dopo la multinazionale tedesca Intersnack. L’annuncio è stato dato dal numero uno del gruppo campano, il presidente Pino Calcagni (nella foto), in occasione della serata degli Oscar dell’ortofrutta tenutasi a Dozza, in cui lo stesso Calcagni è stato premiato come "Protagonista" (leggi news).
Il trend di Besana è in continua crescita: basti pensare che tra il 2011 e il 2012 ha visto un balzo in avanti del 15% e del 10% tra il 2012 e lo scorso anno. Risultati che hanno contribuito nel 2013 ha realizzare un fatturato consolidato di 144 milioni di euro (uno dei pochi a raggiungere le tre cifre in giro d’affari, assieme all’inglese Whitworths, alla francese Maitre Prunille e alla tedesca Seeberger). Il gruppo napoletano esporta i propri prodotti in trenta Paesi nel mondo e importa da venticinque.
“Stiamo riscontrando un particolare interesse dall’Oltremare, in particolare Estremo Oriente e Africa – ha spiegato Calcagni. In particolar modo nel Far East le potenzialità sono enormi considerando anche il fatto che per un indiano o un cinese la frutta secca fa parte del proprio dna”, che fa di quell’area un potenziale bacino di oltre 2,5 miliardi di consumatori senza tenere conto i Paesi indonesiani.
“Anche l’Est Europa sta facendo un grande balzo in avanti – spiega Calcagni – grazie a un accresciuto potere d’acquisto. Da aggiungere che in molti casi i vecchi problemi di pagamento con molte realtà locali sono terminati”. Calcagni ha aggiunto che a livello distributivo “la gdo sta facendo un grosso passo avanti aumentando la qualità del servizio, migliorando sensibilmente la comunicazione verso i consumatori. Questo è stato possibile grazie anche all’accresciuta attenzione da parte delle aziende nel promuovere i propri prodotti all’interno della grande distribuzione con mirate politiche di marketing”.
Gli investimenti di Besana, infine, non si fermano su esportazioni e prodotti ma puntano anche ad aumentare l’efficienza logistica. Per questo ad Ipswich, nel Regno unito, verrà costruito un nuovo stabilimento da 4 mila metri quadrati e una capacità di 45 milioni di pezzi, realizzato con macchinari italiani. L’obiettivo è essere logisticamente più vicini per la distribuzione dei prodotti nella stessa isola inglese e in Irlanda.
Emanuele Zanini
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