BATTERIOSI DEL KIWI, I POSSIBILI PIANI PER COMBATTERLA

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Venerdì 13 marzo al Palacover di Villafranca di Verona si è tenuto un convegno dal titolo “Aggiornamento sul kiwi”. L’evento è stato organizzato dalla Provincia di Verona, dal Comune di Villafranca, dal Mercato Ortofrutticolo di Villafranca di Verona, e dal consorzio Kiwi del Garda, per parlare della difficile situazione che sta vivendo questo prodotto così importante per il settore ortofrutticolo.

L’incontro è stato moderato da Fausto Bertaiola, presidente del consorzio Kiwi del Garda, che ha dapprima portato il saluto del sindaco di Villafranca (assente per motivi personali), e ha poi introdotto gli ospiti. Il primo di questi, a parlare, è stato il funzionario del Dipartimento Agricoltura della regione Veneto, Alberto Zannol, che ha presentato la legislazione regionale in materia di programmi di sviluppo rurale (PSR), ovvero quell’insieme di interventi e strategie disposti da Stato Italiano e Regione Veneto per sostenere il settore agricolo. Dopo Zannol è stato il turno di Marco Scortichini, Direttore dell’Unità di Ricerca per la Frutticoltura di Caserta, che ha presentato i più recenti sviluppi nell’ambito dell’epidemia di cancro batterico del kiwi. Scortichini ha sinteticamente ricordato come questa malattia fosse sconosciuta fino a pochi anni fa, come abbia sorpreso tutti per la forte aggressività e la velocità con cui il batterio Pseudomonas syringae pv. Actinidiae si è diffuso, nonché la capacità di infettare sia il kiwi giallo che quello verde. I risultati di alcune ricerche dimostrano che l’aumento della piovosità, le gelate, e le grandinate improvvise favoriscono la diffusione del batterio oltremodo. Purtroppo gli elementi di novità sono pochi, ma quello che più preoccupa è la mancanza di strategie di difesa efficaci.

La moria del kiwi nel veronese è stato l’argomento affrontato da Gianni Tacconi del Centro di ricerca per la genomica di Fiorenzuola d’Arda e Lorenzo Tosi di AGREA. Gianni Tacconi ha dichiarato che l’area maggiormente colpita dal fenomeno è paradossalmente la più produttiva, l’area a sud est del lago di Garda. Tacconi non ha nascosto la difficoltà nel riconoscere le cause della batteriosi, però ha posto l’attenzione su un elemento interessante che sta emergendo da analisi comparative sui terreni. Sembra infatti che i terreni infetti sono molto spesso terreni non aerati, che in seguito ad abbondanti piogge hanno subito un compattamento. Questa ipotesi deve essere ancora confermata con certezza però è un indizio su cui lavorare. Lorenzo Tosi di AGREA Centro Studi ha aggiunto rispetto al collega che attualmente non esistono soluzioni per ripristinare i terreni compromessi, però i coltivatori possono lavorare per preparare al meglio i nuovi terreni, arandoli, concimandoli e dando sostanza organica. Inoltre possono beneficiare dei Piani di Sviluppo Rurale della Regione Veneto.

Federico Finotti

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