BATTERIOSI DEL KIWI, COLDIRETTI VERONA: “MONITORAGGIO CONTINUO”

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Batteriosi del kiwi, in arrivo 161 mila euro per i frutticoltori veneti che hanno espiantato le piante colpite dalla Pseudomonas syringae pv. Actinidiae. Sono 14 i mandati di pagamento che indennizzeranno i frutticoltori costretti ad estirpare appezzamenti di superficie minima pari a mille metri quadrati. Buona parte sono aziende veronesi, area con danni tutto sommato contenuti.

 

In territorio scaligero il cancro del kiwi è arrivato con un anno di ritardo rispetto ad esempio al Piemonte dove sono state presentate centinaia di domande che necessitano di un plafond ben oltre i 2 milioni di euro. Lo riporta il quotidiano L’Arena. "Abbiamo fatto tesoro dell´esperienza altrui", spiega Damiano Berzacola (nella foto), presidente di Coldiretti Verona, "e abbiamo realizzato una capillare attività di informazione ai nostri soci per favorire anche il monitoraggio delle coltivazioni in collaborazione con il Servizio fitosanitario regionale. Il messaggio veicolato era perentorio, cioè nel dubbio estirpare al fine di evitare il contagio delle piante". Sono state 19 le domande presentate da aziende venete: 5, come spiegano in Regione, "non sono state ritenute ammissibili essendo state estirpate singole piante malate o per mancanza dei verbali del Servizio fitosanitario".

Coldiretti ha una chiave di lettura per questa circostanza: "Attendere l´ispezione del Servizio fitosanitario regionale", spiega Berzacola, "laddove l´obiettivo era ridurre la carica batterica attraverso il monitoraggio e l´eventuale tempestivo espianto della pianta, avrebbe potuto mettere a rischio un numero maggiore di piante".

In questa direzione s´è mossa anche la Regione: "Oggi non si conoscono metodi per combattere la Psa", evidenzia Franco Manzato, assessore regionale all´Agricoltura, "mentre la sua diffusione può essere contenuta solo con l´estirpazione radicale. Di qui il divieto di nuovi impianti in Veneto fino al 31 dicembre 2012. La batteriosi, che è asintomatica e può manifestarsi anche dopo molto tempo", spiega, "è stata trovata anche nei vivai".

Tornando a Verona, che "firma" 57 mila tonnellate di kiwi veneto (cioè tre quarti della produzione regionale) per un controvalore di quasi 31 milioni, "la situazione è stabile ma incerta. Verificheremo la situazione attorno a febbraio-marzo", dice Pietro Piccioni, direttore di Coldiretti Verona. "I batteri sono termolabili e fotosensibili, per questo dovremo attendere la ripresa vegetativa, ma anche criogeni, cioè a loro agio con il freddo. Ecco perchè temiamo che le rigide temperature invernali favoriscano l´esplosione della malattia. Non potendo spingerci in previsioni", conclude, "è fondamentale proseguire con le attività di monitoraggio e analisi delle piante. Invitiamo, quindi, gli agricoltori a vigilare le proprie coltivazioni e a intervenire tempestivamente anche sulla singola pianta al minimo dubbio"

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