Il governo federale australiano ha respinto una richiesta di assistenza di 25 milioni dollari da parte della SPC Ardmona, azienda australiana produttrice di frutta e pomodori in scatola operante a Shepparton nello Stato del Victoria. L’azienda aveva in precedenza chiesto l’assistenza anche del governo dello Stato del Victoria per la ristrutturazione della propria attività.

L’impresa aveva attribuito la propria crisi al dollaro australiano troppo forte ed alla concorrenza delle importazioni a basso prezzo, da parte di Paesi come l’Italia.

La SPC Ardoma dà lavoro a circa 1.200 dipendenti che assieme agli agricoltori e produttori della zona si trova ora ad affrontare un futuro incerto.

La SPC Ardmona ed altre aziende produttrici in precedenza avevano richiesto al governo l’istituzione di una commissione d’inchiesta statale che investigasse sull’importazione di pomodori dall’Italia. Si accusavano le aziende italiane di esportare in Australia a basso prezzo grandi quantitativi di pomodoro in “esubero” sul mercato italiano con una conseguente azione di “dumping” sul mercato australiano.

La Commissione d’inchiesta denominata Safeguards Inquiry into the Import of Processed Tomato Products come riportato nell’ “Inquiry Report” pubblicato lo scorso 12 dicembre 2013 ha confermato che l’aumento del volume delle importazioni dei prodotti in questione non ha generato particolari danni alla produzione locale ma i problemi di competitività sul mercato sono imputabili a diversi fattori quali il rafforzamento del dollaro australiano sul mercato delle valute, le avverse condizioni climatiche che hanno influenzato i raccolti degli ultimi anni e le stretegie di etichettatura adottate dai supermercati. Pertanto, l’azione di salvaguardia ai sensi dell’accordo WTO sulle misure di salvaguardia non è stata autorizzata. (Fonte: Ice)