AUMENTO DEI COSTI, TAGLIO FITOFARMACI, CLIMA: IL CIV COMBATTE LA TEMPESTA PERFETTA CON RICERCA E SVILUPPO

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Il conflitto russo-ucraino, l’acuirsi dei pacchetti sanzionatori UE, l’aumento dei costi energetici, il cambiamento climatico ormai sistemico e una marcata riduzione della previsione di crescita del PIL Eurozona 2022 e 2023 da parte dei principali Paesi europei sono il contesto entro il quale si inquadra la stagione autunnale del CIV-Consorzio Italiano Vivaisti di San Giuseppe di Comacchio (Ferrara), leader nell’innovazione varietale in particolare di fragole e mele.

“I recenti eventi legati pandemia e alla guerra in Ucraina, nonché il complicarsi del quadro politico-economico ed ambientale in Italia ed in Europa, rendono lo scenario generale critico ed incerto. I costi di produzione sono aumentati in maniera esponenziale con preoccupanti ripercussioni a cascata su tutta la filiera, causando una moltiplicazione dei costi ad ogni passaggio del prodotto”, scandisce il presidente di CIV, Mauro Grossi (nella foto).
È evidente che, a fronte di un clima che cambia, le specie si adattano, ciascuna con i suoi tempi. E le ricadute sono subito evidenti sull’agricoltura, quando a essere colpiti sono gli insetti impollinatori. Inoltre, le modifiche della normativa comunitaria che impongono una drastica riduzione dell’utilizzo dei principi attivi nei trattamenti fanno sì che l’intera filiera di settore debba individuare le soluzioni più appropriate per una attività di produzione e distribuzione che contemperi sempre più una piena e consapevole salvaguardia del nostro ambiente.


In casa CIV si fanno i conti con un aumento dei costi determinato anche dalla difficoltà a reperire manodopera, dalla scarsità delle materie prime e dall’esponenziale crescita dei costi logistici. Inoltre, i consumi di prodotti ortofrutticoli stanno flettendo sia sul mercato domestico che internazionale.
“Nonostante il contesto poco roseo, per rispondere alle esigenze di produttori e consumatori, il CIV prosegue l’attività di ricerca e sviluppo sul medio-lungo termine, grazie al proprio programma di breeding melo/fragola caratterizzato da alcuni pilastri come la naturale rusticità, la facilità di coltivazione, produttività, la lunga conservazione e shelf-life, le elevate caratteristiche organolettiche dei frutti, l’aspetto estetico distintivo, l’adattabilità a diverse condizioni pedoclimatiche (per produzione convenzionale, integrata e biologica), la resistenza alle più importanti patologie ed una sempre maggiore eco-sostenibilità – come ad esempio ridotte esigenze idriche e nutrizionali – che ricoprono un ruolo centrale nel programma di miglioramento genetico del CIV”, sottolinea Grossi.

Difficile, nell’attuale contesto, fare previsioni rispetto agli sbocchi di mercato su tutta l’area dell’est Europa e dell’Asia Centrale di influenza russa: “Abbiamo dovuto fermare relazioni commerciali con la clientela in Ucraina, nella Federazione Russa e nei Paesi limitrofi in Europa centro-orientale, che da sempre hanno storici rapporti di collaborazione/ approvvigionamento nei confronti della stessa Russia per la vendita di piante di melo e fragola e la concessione di licenze”, aggiunge il Presidente.

 

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