ATTACCO ALLA IV GAMMA, BOTTA E RISPOSTA TRA TERRA! E FRASSOLDATI

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Botta e risposta tra Fabio Ciconte, direttore di Terra!, e Lorenzo Frassoldati, direttore del Corriere Ortofrutticolo, riguardo all‘attacco alla IV Gamma sferrato nei giorni scorsi dallo stesso Ciconte nel corso di una puntata di Geo su Rai 3, a cui era seguito un dibattito sui social in cui era intervenuto lo stesso Frassoldati.

Qui sotto pubblichiamo la replica di Terra! e la successiva risposta di Frassoldati.

“Qualche giorno fa, nel corso del programma televisivo GEO, in onda su Rai 3, Fabio Ciconte, direttore di Terra!, ha raccontato l’impatto della plastica nell’ambiente e quanto il suo utilizzo stia aumentando sempre di più tra gli scaffali dei supermercati. E’ un fatto, siamo inondati di plastica, quasi tutto il cibo è confezionato e spesso lo è a sproposito. Facciamo fatica, ad esempio, a capire il senso di vendere un mandarino sbucciato e confezionarlo con una vaschetta e un film di plastica.
Allo stesso modo abbiamo raccontato le criticità di un settore, la cosiddetta quarta gamma, che comprende i prodotti coltivati, lavati, puliti e confezionati, pronti al consumo, di cui le insalate in busta sono forse l’esempio più rappresentativo e il cui mercato è in fortissima espansione. Le nostre osservazioni devono aver colpito molto il Corriere Ortofrutticolo, testata giornalistica molto letta fra gli addetti ai lavori, che ha scritto un editoriale sprezzante e a tratti offensivo nei confronti di Terra! e del suo direttore. Lorenzo Frassoldati, il direttore della rivista, evidentemente a corto di argomenti, definisce Ciconte “signorino ambientalista da salotto”, un modo di dire già usato più volte da Matteo Salvini. Quello della IV gamma è un settore in forte espansione che ci racconta – come sosteniamo da sempre – quanto i consumi cambiano al variare degli stili di vita. E le nostre vite, così frenetiche, spesso ci spingono a fare delle scelte di comodo, che riducono i tempi in cucina. Tuttavia, non si può ignorare il forte impatto ambientale che hanno questi prodotti, che vengono coltivati in serre che si estendono su migliaia di ettari, che vengono trasformati con passaggi industriali fortemente energivori e venduti con un grande sovraprezzo rispetto ai normali cespi di insalata. Senza considerare l’idea di perfezione che queste buste incarnano, come se la natura producesse sempre foglie uguali e perfette. Ecco perché in tv ci siamo soffermati su queste e altre criticità. Criticità di cui avevamo già parlato nel passato in rapporti e libri. La domanda che ci e vi poniamo è: c’è davvero bisogno di tutta questa plastica? Non solo.
Quando Frassoldati scrive che così si “demonizzata e colpevolizza un settore alla cieca”, dimentica o ignora di dire che, durante la pandemia, siamo stati noi a denunciare, con un articolo su Internazionale, come una nota catena di discount avesse organizzato oltre 20 aste al ribasso, per aggiudicarsi milioni di prodotti di IV gamma a prezzi stracciati, mettendo a rischio un intero settore. Difendendo comunque, nonostante le tante criticità del comparto, gli interessi dei produttori che lavorano in questa filiera.
Ecco perché le accuse che ci muovono il Corriere Ortofrutticolo e il suo Direttore per noi sono irricevibili. Trovare nei supermercati prodotti tagliati, lavorati, asciugati, imballati significa senz’altro regalare tempo libero ai consumatori. Ciò non toglie che a noi associazioni ambientaliste, che ci battiamo per un’agricoltura sostenibile, di piccola scala e legata al ciclo delle stagioni, spetta la responsabilità e il dovere di chiederci che tipo di futuro vogliamo per la filiera agroalimentare e che cibo vogliamo ritrovarci domani nel nostro carrello della spesa. Agli imballi di frutta e verdura ci ha già pensato la natura, che ha creato i migliori involucri possibili e che ammette difetti e imperfezioni, contrariamente a quanto spesso vediamo al supermercato. Permettere a tutta questa plastica di entrare nei supermercati oggi suona come un atto di negazionismo climatico e noi saremo sempre qui a denunciarlo!
Redazione Terra!

La replica di Lorenzo Frassoldati
Gentile direttore Ciconte, già il titolo del vostro comunicato (“La IV Gamma è insostenibile”) fa capire che siete ideologicamente condizionati e che quindi il dialogo con Voi è problematico se non impossibile. I vostri pregiudizi (insisto, da ambientalismo salottiero) sono quelli sì davvero “insostenibili”. Non starò qui a ricordare che la IV Gamma è un comparto ad altissima innovazione del made in Italy, che ha creato un distretto industriale al Nord e uno produttivo al Sud (adesso tutelato anche con l’IGP) favorendo crescita, posti di lavoro, in una parola sviluppo. Si sono create filiere produttive e industriali ad altissimo contenuto tecnologico, che rispettano tutte le norme in materia di sicurezza alimentare. La IV Gamma inoltre, per il suo alto contenuto di servizio, ha incontrato il gradimento dei consumatori , soprattutto delle fasce più giovani e più evolute. Il settore è molto cresciuto, adesso ci sono dei problemi (come per tutti) , ma si può parlare di crescita felice, mentre voi – è molto chiaro – siete per la ‘decrescita’ , che a nostro avviso è sempre infelice. La vostra proposta di eliminare del tutto la plastica dagli imballaggi dice chiaramente che siete fuori dal mondo. Purtroppo c’è una tendenza in atto su questa tema degli imballaggi che ha preso piede anche a Bruxelles e contro cui tutto il mondo produttivo italiano (tutto, senza eccezioni) ha preso posizione duramente. L’Istituto economico Bruno Leoni ha parlato di proposta di regolamento dietro cui “c’è un atteggiamento ideologico anti-mercato e anti-iniziativa privata”. Voi esprimete un dirigismo economico ambientalista pieno di regole e obblighi cui costringere le imprese che in questo momento porta ad accentuare una crisi economica che da sola già basta. Ma io non contesto Voi, credo sia inutile; contesto la Rai e il programma ‘Geo’ che dà la parola senza contradditorio a chi parla di economia agroalimentare senza capirne nulla. Quanto al vostro modello di sviluppo (“agricoltura di piccola taglia e legata alle stagioni”, scrivete) ci porterebbe direttamente al disastro economico e al tramonto del made in Italy sui mercati esteri. In ortofrutta (purtroppo) sta già accadendo, con perdita spesso irreparabile di leadership, mercati, produzioni di eccellenza, occupazione, economia di interi territori ecc. ecc. Insomma, tutto quello che Voi (indirettamente) auspicate. Cordialità.
Lorenzo Frassoldati

 

Nella foto di apertura, da sinistra, Fabio Ciconte e Lorenzo Frassoldati

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