ASTE SUL POMODORO, INTERVIENE L’ANICAV

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Prosegue il dibattito su aste on line e prezzi del pomodoro trasformato, dopo l’intervento del professor Corrado Giacomini sul nostro sito (leggi news). Al riguardo prende posizione anche Anicav attraverso il direttore generale Giovanni De Angelis (nella foto) di cui riportiamo qui sotto integralmente il suo intervento.

In merito all’articolo a firma dell’economista agrario Corrado Giacomini pubblicato su CorriereOrtofrutticolo.it del 4 settembre, pur apprezzando lo spirito con cui il professore è intervenuto su un argomento di grande importanza per il comparto del pomodoro da industria, che rappresenta uno dei settori trainanti dell’agroindustria italiana, riteniamo utile e doveroso fare alcune precisazioni al fine di superare evidenti errate informazioni che trascurano l’evoluzione della governance che la filiera del pomodoro da industria in Italia ha avuto negli ultimi anni.

Come già chiarito dal presidente dell’Oi Ortofrutta Italia, Nazario Battelli, nel suo intervento (leggi news), il pomodoro da industria è stato escluso dalle competenze dell’OI nazionale Ortofrutta Italia essendo stata riconosciuta la sua specificità rispetto agli altri prodotti dell’ortofrutta, pertanto si è lavorato per un rilancio delle OI a livello di circoscrizione territoriale, che possano tenere presenti le peculiarità delle aziende presenti nei due bacini produttivi.

Dopo l’avvenuto riconoscimento ministeriale dell’OI Pomodoro del Nord nel maggio 2017 – di cui siamo parte attiva sia come ANICAV che con le nostre aziende associate –  la costituzione di un’Organizzazione Interprofessionale anche per il Bacino Centro Sud – la cui istanza di accreditamento, presentata a dicembre 2017, è già stata positivamente istruita dalla struttura del MiPAAF e dovrà essere approvata dalla Conferenza Stato Regioni nelle riunione prevista per fine settembre – andrebbe a completare il quadro dell’interprofessione del pomodoro da industria in Italia.

Le OI, che non possono in alcun modo intervenire nella formazione dei prezzi, oltre a favorire il processo d’integrazione di filiera valorizzando il prodotto, dovranno assicurare un’attenta programmazione ed una condivisa pianificazione, e, nel contempo, garantire il rispetto delle regole e degli accordi raggiunti.

A tal fine sarà, a nostro avviso, necessario prevedere, come da tempo sosteniamo, un coordinamento nazionale tra le due OI per dare univocità al comparto.

Per quanto riguarda il tema delle aste on line – venuto fuori nell’ambito della discussione sul problema del caporalato – vogliamo chiarire, ancora una volta, che tali pratiche rappresentano un elemento di grande criticità per tutta la filiera e, in particolare, per le aziende di trasformazione che si vedono costrette a pagare tutti gli effetti negativi della pressione sui prezzi. Pertanto, l’interesse dell’ANICAV ad intervenire nel dibattito non è di certo marginale.

Chi oggi vuole ancora teorizzare l’applicazione di un processo automatico che vede l’industria ribaltare sui fornitori di pomodoro le proprie perdite e di conseguenza “costringere” a ricorrere a forme di “lavoro irregolare” e di “sottosalario”, non conosce (o fa finta di non conoscere), evidentemente, le “regole d’ingaggio” della nostra filiera.

È utile, inoltre, ricordare senza alcuna possibilità di essere smentiti che, il prezzo del pomodoro pagato dalle aziende italiane di trasformazione, in particolare del Bacino Centro Sud, agli agricoltori/fornitori è il più alto al mondo, naturalmente tenendo conto del più elevato livello qualitativo della materia prima rispetto a quella degli altri Paesi produttori. 

Più che proclami e posizioni strumentali, noi siamo abituati a “metterci la faccia” impegnandoci, pur con i nostri limiti, a cercare di dare soluzioni ai problemi e senza tirarci indietro, lavorando sia sulla sensibilizzazione di tutte le parti coinvolte, attraverso la condivisione del problema tra i diversi livelli di rappresentanza, sia sulla concertazione con le Istituzioni nazionali e regionali.

Ai più sfugge, come è accaduto anche al prof. Giacomini, che talune Organizzazioni professionali agricole, pur intervenendo sulle aste on line, continuano ad essere silenti, anche solo nel dibattito, sulla questione del lavoro irregolare in agricoltura e del caporalato, nonostante siano autorevoli rappresentanti dei datori di lavoro dei braccianti agricoli. 

Per quanto riguarda la nostra posizione, vogliamo evidenziare che l’obbligo di raccolta meccanica prevista nei contratti a partire dalla campagna 2016 – la raccolta meccanica ha raggiunto il 90/95% nel Bacino Centro Sud e il 100% in quello del Nord – e l’attivazione di percorsi finalizzati alla diffusione di una certificazione etica delle aziende agricole (GlobalGap–Grasp) – che rappresenta uno importante strumento per definire un sistema di salvaguardia sia nei confronti della legislazione vigente che dei consumatori – sono sicuramente due risposte concrete che l’industria sta dando per la risoluzione del problema.

Le maggiori criticità restano – come evidenziato anche nell’ambito del Tavolo Tecnico nazionale sul pomodoro, attivato presso il MiPAAF – il trasporto e gli alloggi per i lavoratori (problematiche squisitamente sociali più che esclusivamente agricole o industriali). E per questo sarà indispensabile il coinvolgimento di tutta la filiera e soprattutto un’azione forte e responsabile delle istituzioni locali e regionali e del Governo centrale.

Con l’occasione, sempre per completezza di informazione, ricordiamo che dal 1° gennaio 2017 – al termine di un percorso condiviso di razionalizzazione della rappresentanza delle conserve vegetali, avviato insieme ad AIIPA, nello spirito della riforma Pesenti – l’ANICAV, con l’adesione della totalità delle aziende di trasformazione del pomodoro ex AIIPA, è l’unica Associazione nazionale di rappresentanza delle aziende private di trasformazione del pomodoro con oltre 100 aziende associate operanti sia nel Bacino del Nord che in quello del Centro Sud. 

Con la speranza di aver contribuito a fare chiarezza, restiamo a disposizione.

Giovanni De Angelis 

Direttore generale ANICAV

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