ASSOSEMENTI: RICERCA E INNOVAZIONE PER IL BENE DELL’AGRICOLTURA

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Si è svolto nei giorni scorsi a Roma, presso il Ministero delle Politiche Agricole, il Seminario “Genomica e biotecnologie applicate all’agricoltura: quali prospettive?”. L’appuntamento, organizzato dal Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura, ha offerto ad Assosementi, l’opportunità di esprimere il suo punto di vista su ricerca varietale e sperimentazione. 

 

Il sodalizio – che rappresenta a livello nazionale tutti i comparti sementieri (mais ed oleaginose, cereali e riso, ortive, foraggere, bietola da zucchero), con oltre 170 aziende associate – ha puntato l’indice su “pregiudizi e vincoli privi di ogni razionalità” che, a suo avviso, non possono essere condivisi. Secondo l’Associazione, tra i vari fattori in gioco vi è “il tentativo di fare passare per innovative tecniche in uso ormai da diversi anni, in ambito pubblico e privato”.

 In tale direzione, è stato chiaro il messaggio lanciato da Paolo Marchesini (al centro nella foto), presidente di Assosementi. Il numero uno dell’Associazione, ha auspicato che “il dibattito sulle biotecnologie applicate all’agricoltura abbandoni i toni da barricata che nulla hanno a che fare con un corretto approccio scientifico e che si riporti al centro dell’attenzione la forte domanda di innovazione che proviene dagli agricoltori e dal mondo agroalimentare, per difendere davvero il made in Italy”.

 

L’Associazione ha richiamato l’attenzione sullo studio delle nuove varietà, in grado di rispondere meglio ai cambiamenti climatici, di adattarsi ai differenti ambienti di coltivazione, di incontrare le esigenze dell’industria della trasformazione e soddisfare la domanda dei consumatori. Se da un lato, quindi, l’attività delle Associate mantiene il suo fulcro sulla “vendita di sementi sane e di qualità”, dall’altro, chiede maggiore spazio per ricerca e sperimentazione. 

 

 

Per Assosementi, occorre favorire l’industria sementiera con politiche coerenti e destinare più fondi per la ricerca nelle strutture pubbliche, in modo che esse “possano creare sinergie operative con il mondo privato”. Secondo l’Associazione, interessanti sviluppi potrebbero derivare dalla diffusione dell’uso “del seme certificato”. (E. Mùr.)

 

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