ASSOMELA: SITUAZIONE PRODUTTIVA DIFFICILE MA GESTIBILE, PREOCCUPANO I FATTORI ESTERNI

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“La situazione produttiva è difficile ma gestibile per un settore organizzato come il nostro. Preoccupano molto però i fattori esterni: costi eccessivi, difficoltà nell’export, inflazione, consumi in calo. I costi, in particolare, possono seriamente incidere sulla redditività aziendale”. Alessandro Dal Piaz, direttore di APOT e di Assomela, commenta così lo scenario prospettato a Belgrado.

“Al momento – sottolinea Assomela in un comunicato stampa – i dati di Prognosfruit, che ha permesso di fare una analisi più puntuale anche rispetto ad altre aree produttive in espansione nel resto del mondo, restituiscono un quadro che, sebbene migliore rispetto alle iniziali aspettative, certamente sarà sfidante per i produttori italiani ed europei”.

“Al di là dei numeri, simili di fatto a quelli della scorsa stagione – che certamente non è stata facile – è da valutare il contesto generale in cui ci si trova ad operare, deterioratosi ulteriormente negli ultimi mesi. La instabilità geopolitica che ha favorito un aumento generalizzato ed incontrollato dei costi – dagli input per la produzione alla elettricità al packaging – unita a un mutato scenario internazionale che impatta sulle politiche monetarie dei paesi importatori, con l’esempio eclatante della lettera di credito imposta dalla Banca centrale Egiziana, la difficoltà di reperimento della manodopera, un calo generalizzato dei consumi ed un mondo sempre più piccolo che rende più difficoltoso l’export, disegna uno scenario preoccupante”.

Assomela, con le principali realtà nazionali, ha stimato costi aggiuntivi per i produttori di circa dieci centesimi al chilogrammo: “Questi costi, in assenza di strumenti di mitigazione, andranno ad incidere sull’intera campagna commerciale 2022/2023 e non solo sulla seconda parte, come accaduto nel 2021/2022. Le condizioni climatiche, inoltre, destano qualche preoccupazione. Le ondate di calore che ripetutamente colpiscono l’Italia e l’Europa e, in alcune aree, una pesante crisi idrica, potrebbero intaccare la qualità dei frutti”.

La raccolta si stima molto buona in Polonia, paese fondamentale nel determinare l’equilibrio del mercato europeo, ma anche in Germania, principale paese importatore per l’Italia, e per la Francia, che negli ultimi due anni, con livelli produttivi non eccezionali, aveva alleggerito la pressione su alcuni mercati all’export. Per l’Italia, prosegue l’analisi di Assomela, la minore produzione in Spagna, potrebbe rappresentare una opportunità per continuare a consolidare la posizione su questo mercato.

“A livello di logistica, la situazione dovrebbe lentamente tornare alla normalità, ma al momento persistono le difficoltà legate ai costi alle stelle dei noli e alla minore disponibilità di containers per l’export oltremare. Un aiuto all’export potrebbe arrivare dal cambio euro-dollaro che al momento è favorevole e rende la merce europea e italiana maggiormente competitiva. Sempre più importante in termini di volume la produzione di mele biologiche, trainata proprio dall’Italia. Sia a livello nazionale che europeo, bisognerà monitorare e sostenere le dinamiche di consumo al fine di equilibrare offerta e domanda e garantire il corretto differenziale di prezzo al produttore”.

“Inoltre – aggiunge Assomela – sul più lungo periodo, ci sarà da fare i conti con la concorrenza che arriverà dai Paesi limitrofi. La decisione stessa di WAPA di organizzare Prognosfruit in Serbia non è certamente casuale: questo Paese, come ad esempio la Turchia ed altri, non solo ha aumentato la propria capacità produttiva negli ultimi anni, ma produce mele di qualità, a costi certamente inferiori a quelli del vecchio continente. La concorrenza di questi Paesi “emergenti”, già percepita, sarà certamente più forte nel
prossimo futuro. Nel frattempo, si dovrà continuare a lavorare a ritmi serrati sul tema sostenibilità – economica, ambientale e sociale – considerato l’interesse della società civile e gli obiettivi ambiziosi fissati dalla Commissione Europea”.

I piani di vendita del 2021/2022, sebbene fortemente influenzati dallo scenario nazionale e internazionale – che ha influito anche sulle esportazioni dall’Emisfero Sud verso l’Europa -sono stati rispettati e la campagna commerciale si avvia alla sua fase finale con l’obiettivo di terminare le giacenze di mele del raccolto 2021 entro settembre ed aprire così la prossima annata con celle per quanto possibile svuotate.

Di fronte a tali sfide – conclude Assomela – solo un settore compatto e organizzato, capace di adottare strategie e decisioni che mirino alla tutela della redditività del produttore, puntando al tempo stesso alla qualità e all’innovazione come necessari elementi di distinzione, potrà affrontare al meglio questa stagione e quelle a venire. (m.a.)

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