Un’alleanza per rafforzare l’attività promozionale e una richiesta al Governo di Iva ridotta per i prodotti freschi. E’ quanto ha messo in campo Assobio che a Bologna ha prima sottoscritto una lettera d’intenti con il consorzio ’Il biologico’ sulla valorizzazione delle produzioni sostenibili e poi ha lanciato una proposta all’Esecutivo.
L’alleanza “vuole essere la premessa – ha spiegato il presidente di Assobio, Nicoletta Maffini – per un futuro accordo che rappresenterà passo avanti e garantirà l’aumento delle occasioni b2b e delle opportunità di marketing. C’è l’impegno a creare un vero e proprio contratto di collaborazione tra due realtà che contano assieme circa 300 imprese. Ma l’altra iniziativa adottata da Assobio è la richiesta avanzata al Governo di riduzione dell’Iva sui prodotti freschi.
I maggiori prezzi al consumo sono infatti ancora un ostacolo che impedisce a molti consumatori di avvicinarsi al mondo dei prodotti biologici. “Il prodotto biologico è conservativo, ’guarisce’ il pianeta – ha spiegato la presidente di Assobio, Nicoletta Maffini -. Per questo chiediamo che lo Stato richieda un Iva più bassa almeno sul fresco e sul baby food. Saremmo contenti se un’Iva agevolata fosse riconosciuta su tutto il prodotto biologico che è sicuramente quello migliore per la salute del pianeta e delle persone”.
Proposta che, come ricorda Agrisole, va ad aggiungersi a quella di un credito d’imposta sulle certificazioni. Due misure che – spiegano ad Assobio – potrebbero consentire alle imprese di abbassare i prezzi.
Nel corso dell’assemblea dell’associazione la proposta è stata lanciata al sottosegretario alle Politiche agricole, Luigi D’Eramo, “Si tratterebbe di un supporto concreto per rilanciare i consumi – ha aggiunto la Maffini -. I valori del biologico sono in ripresa, ma volumi non sono positivi. Chiediamo attenzione su temi che potrebbero essere una svolta per le aziende. Il Governo ha già fornito una risposta con la legge sul biologico, chiediamo ora che si faccia di più sull’aspetto economico, che le aziende possano scaricare con il credito di imposta i costi delle certificazioni”.