ASPARAGI, VENDITE IN GDO IN CALO. IL “DECALOGO” PER LA RISALITA

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Con poco più di 24 mila tonnellate di asparagi acquistati, in Italia nel 2017 l’indice di penetrazione nelle famiglie ha raggiunto una percentuale pari al 43%, in crescita di 4 punti percentuali rispetto al 2008. In termini di consumi, concentrati in particolare nei mesi di marzo e aprile, la media per famiglia è passata dai 2,56 chilogrammi di due lustri fa ai 2,17 chili dello scorno anno. Sono queste in sintesi le evidenze emerse dalla presentazione di Daria Lodi del Cso durante il convegno di ieri pomeriggio a Cesena nell’ambito degli International Asparagus Days.

Analizzando le vendite per canale commerciale – ha sottolineato Lodi – il calo registrato dalla Grande Distribuzione Organizzata dal 2011 al 2018 è stato del 20%, passando dal 52 al 32%. Nonostante la crescita dei volumi, la Gdo ha infatti perso di appeal a vantaggio dello canale specializzato.

La contenuta intensità promozionale (solo il 15% dei volumi di asparagi viene venduto scontato), l’elevato prezzo medio al pubblico, l’incidenza stazionaria della tipologia a turione bianco e la brevità della stagione produttiva sono tutti elementi a sfavore che secondo Germano Fabiano, responsabile acquisti di ortofrutta di Coop Italia, remano contro l’aumento delle vendite di asparagi nei supermercati dell’insegna. Nonostante questo, la crescita dei consumi per le referenze ad elevato contenuto di servizio, l’incidenza del biologico (che seppur minima presenta buoni segnali di crescita), la timida tendenza alla destagionalizzazione degli acquisti così come l’interesse verso tipologie violacee e alle produzioni del territorio sono fattori che fanno ben sperare per il futuro del comparto.

Il ‘decalogo dell’asparago ideale’ per la Gdo è stato stilato da Nicola Buoso, buyer ortofrutta di Conad, insegna che nel 2017 ha registrato un fatturato di 800 milioni di euro relativo alle vendite di asparagi, di cui 262 a marchio del distributore. Secondo il manager della catena, per incentivare i consumi sarebbe importante garantire continuità commerciale, coerenza qualitativa, una lunga shelf life e una certa resistenza alle manipolazioni; ma anche un packaging adeguato grazie alla standardizzazione dei processi, proposte ad elevato valore aggiunto e ad alto contenuto di servizio percepito.

Caratteristiche che purtroppo non sempre sono riscontrabili nei prodotti pervenuti al Mercato, ha osservato Alessio Compassi del MAAP di Padova, che al contrario sottolinea i tanti problemi legati alla mancanza di una proposta standardizzata. Compassi inoltre segnala come indispensabili per lo sviluppo del comparto la necessità di destagionalizzare i consumi interni, allungando la finestra produttiva e, al contempo, il bisogno di creare una ‘tradizione di consumo’ laddove non vi è. Infine, ammonisce, si dovrebbe mettere definitivamente al bando l’asparagina, poiché poco redditizia e contribuisce negativamente sull’equilibrio dei prezzi finali.

Chiara Brandi

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