ASPARAGI: LA SFIDA SI GIOCA SU INNOVAZIONE, RIDUZIONE DEI COSTI E CAMBIAMENTI CLIMATICI

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Contenere i costi della manodopera e far fronte al cambiamento climatico, caratterizzato da inverni miti e primavere più fredde e umide, nonché trovare soluzioni efficaci all’impoverimento dei suoli sono tutte sfide che i produttori di asparagi, riuniti a Cesena per l’International Asparagus Days, si trovano ad oggi a dover affrontare. “Se continuassimo con le tecniche di vent’anni fa la coltivazione nel giro di pochi anni non sarebbe più redditizia. Bisogna innovare e trovare una soluzione prevedendo e anticipando i problemi legati a tale produzione”, ha dichiarato Cristian Befve, uno dei massimi esperti mondiali del settore, durante il convegno ‘Situazione ed evoluzione mondiale dell’asparago’.  

Cristian Befve

La distanza tra i filari, l’inerbimento tra l’uno e l’altro e la profondità delle radici sono tutti fattori che – secondo il tecnico – sono da tenere in massima considerazione per aumentare le rese in campo. Aumentando la distanza tra due filari attigui, infatti, il costo della raccolta può diminuire fino al 25-30%; inoltre, essendo il rendimento proporzionale alla massa delle radici, maggiore sarà il nutrimento del suolo più elevata sarà la resa per ettaro. Da non sottovalutare anche l’influenza della profondità delle radici sul vigore del turione e quindi sulla qualità finale dell’asparago. I metodi per portare il nutrimento in profondità – dando dunque la possibilità alle radici di allungarsi – sono diversi: secondo Befve molto efficace è l’utilizzo della vangatrice. Tornando a parlare dell’inerbimento tra i filari il tecnico di fama mondiale ne sottolinea il ruolo nel ridurre il vento laterale, contribuendo a creare un microclima idoneo alla crescita delle piante e a ridurre il rischio di perdita della paciamatura proprio a causa delle folate di vento.

Toccando poi la questione della stagionalità della produzione, Befve ricorda l’utilità dell’utilizzo di paciamatura in plastica. “Con una triplapaciamatura in plastica – spiega – si può anticipare fino a tre settimane la raccolta. Anche le serre sono molto utili in questo, infatti più sarà caldo il terreno (il riferimento è alle temperature al suolo, al livello della zampa) più i quantitativi  per ettaro saranno maggiori (fino al 30% in più). Tuttavia – aggiunge – non bisogna esagerare; proprio per questo Bosh ha inventato un sistema cloud di controllo della temperatura che aiuta il produttore a gestire meglio la paciamatura”.

Il tecnico francese ricorda poi l’importanza delle tecniche di irrigazione, diverse in base alle esigenze, e i vantaggi derivanti dalla meccanizzazione delle attività in campo: “Ad oggi i robot per la raccolta stanno funzionando bene ma non sono ancora perfetti. Fra qualche anno, quando lo saranno, i costi di produzione diminuiranno nettamente e la produzione migliorerà”.

Infine non dimentica il post-raccolta: “Gli asparagi – conclude Befve – vanno conservati in luoghi asciutti e una volta stoccati nelle celle tenuti al riparo dalle ventilazioni refrigerate”.

Al convegno sono intervenuti anche esperti della produzione della Cina e del Perù.

“In Cina la domanda interna è superiore all’offerta, soprattutto durante il capodanno cinese tipicamente fuori stagione degli asparagi. Proprio per questo i produttori stanno studiando nuove tecniche per un periodo di raccolta nei mesi di gennaio e febbraio”, ha spiegato l’esperta Wenjing Chen.

In Perù, invece, dopo un periodo di espansione della produzione (l’apice è stato raggiunto nel 2012), la coltivazione dell’asparago ha perso via via di importanza per poi stabilizzarsi nell’ultimo biennio. L’esperta peruviana Ciria Quispe ha spiegato che problemi legati alle tecniche di produzione, ai costi di irrigazione, alla concorrenza di paesi vicini come il Messico e ad eventi climatici sfavorevoli sono i maggiori responsabili della contrazione delle superfici dedicate a vantaggio di altre produzioni quali mirtilli e mango.

Chiara Brandi

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