ARGENTINA: L’EXPORT DI MELE E PERE VIAGGIA A GONFIE VELE

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Il 2013 si è concluso con risultati più che positivi per l’export argentino di mele e pere: oltre 600 mila tonnellate di prodotto spedito al di fuori del Paese, per un valore pari a 572 milioni di dollari. Le mete principali sono rimaste quelle tradizionali con Brasile, Russia e Paesi Bassi in primis.

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Risultati incoraggianti che bene rappresentano il trend del comparto durante l’ultimo decennio (2003-2013). Per le pere si è registrata una variazione positiva pari al 180,2% mentre per le mele l’aumento è stato del 90,1%; un aumento che ha permesso di raggiungere nel 2013 i 156 milioni di dollari (vedi grafico sopra).

Anno su anno le esportazioni di pere sono cresciute del 14,5% mentre quelle di mele del 32,7%. La produzione di topfruit ha un impatto positivo sull’intera economia delle aree di produzione, in particolare per la Provincia del Rio Negro, da cui proviene il 70% dei volumi di pere esportate e il 68% di quelli di mele, per la Provincia di Mendoza, la cui produzione rappresenta il 20 e il 22% delle esportazioni di pere e mele, e per la Provincia di Neuquén, il cui export è pari al 9 e all’11% del totale del Paese.

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Il principale mercato di destinazione delle pere argentine (vedi grafico qui sopra) è il Brasile, con il 35,5% dell’export assorbito, pari a oltre 148 milioni di dollari in termini di valore. Al secondo posto c’è la Russia, a cui viene destinato il 22,1% delle spedizioni totali per un valore di 92 milioni dollari, seguita da Paesi Bassi con il 9,9% e un valore di 41 milioni di dollari; vengono poi Stati Uniti (9,3% del totale, pari a 39 milioni di dollari) e Italia (8,4%, per un valore di 35 milioni di dollari).

Immagine in linea 3Per quanto riguarda le mele (vedi grafico qui sopra), la destinazione principale resta il Brasile con una quota del 31,4 % delle esportazioni totali assorbite, pari a circa 49 milioni dollari. I Paesi Bassi sono al secondo posto (14,9% e 23 milioni di dollari), seguiti da Russia (12,3%, 19 milioni di dollari), Algeria (8,1%, 13 milioni di dollari) e Stati Uniti (5%, 8 milioni di dollari). (c.b.)

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