Si è tenuta a Bruxelles la prima edizione di Areflh Annual Forum. Areflh (Assemblea delle Regioni Orticole Europee) rappresenta la voce dei suoi membri appartenenti a 30 OP e AOP e a 10 membri associati esperti provenienti da 13 Paesi europei. Quest’anno l’organizzazione ha scelto di riunire gli stakeholder del settore ortofrutticolo europeo per fare il punto del dialogo strategico sul futuro dell’agricoltura, piano avviato nel gennaio 2024 dall’Unione Europea. L’incontro ha evidenziato i punti emersi dalla relazione finale del dialogo, ricevuta da Ursula von der Leyen lo scorsi 4 settembre, e quali saranno le prossime azioni nei primi 100 giorni del secondo mandato della Presidente della Commissione europea.
L’evento è stato introdotto dalla Presidente di Areflh, Simona Caselli, che ha invitato i partecipanti ad un minuto di raccoglimento dedicato alle vittime della recente alluvione a Valencia.
La prima sessione dell’incontro si è concentrata sui risultati delle strategie di dialogo e sul nuovo programma legislativo riguardo al settore agricolo. Ha moderato l’incontro Gerardo Fortuna, giornalista di Euronews. Tra gli ospiti, alcuni membri della Commissione sull’agricoltura e lo sviluppo rurale del Parlamento Europeo, quali Herbert Dorfmann, Valérie Hayer e Dario Nardella. È intervenuto anche Richard Ramon, di DG Agri.
Le lezioni del dialogo strategico
Il tema del cambiamento climatico è di vitale importanza, in un momento strategico in cui l’agricoltura è tornata al centro delle discussioni europee. Come sottolineato da Ursula von der Leyen, è necessario affrontare la transizione climatica in maniera differente rispetto al passato. Il dialogo strategico ha evidenziato il nuovo benchmarking che permetterà di comprendere più efficacemente la realtà e gestire al meglio i territori. Occorre comprendere le dinamiche che muovono la concorrenzialità in termini di utilizzo dei terreni.
Una seconda lezione emersa dalla relazione finale del dialogo riguarda l’importanza del sostegno continuativo al reddito dei produttori, senza rinunciare per questo ad azioni che incentivano la sostenibilità economica. Saranno questi i temi che muoveranno la strategia a partire dall’1 dicembre che con il passare dei 100 giorni porterà a fine febbraio ad un nuovo documento. Dario Nardella ha sottolineato, inoltre, la necessità di tenere in relazione le politiche di coesione e la politica agricola comunitaria. “Non dobbiamo dimenticare che c’è il rischio che il denaro del Fondo europeo venga centralizzato e i fondi per la Pac siano quindi marginalizzati. Dobbiamo batterci per mantenere autonomia e fondi per le politiche di coesione e per la Pac.”
Il dialogo e la condivisione rimarranno i motori anche delle future strategie. “Siamo in una nuova era che è scaturita dalla crisi agricola.” – ha commentato Valérie Hayer – “Siamo passati in un’altra fase legata alla crisi alimentare per la guerra in Ucraina. Ora gli eventi hanno dimostrato che abbiamo bisogno di accordi commerciali che riguardano anche l’agricoltura. È importante sostenere ora le nostre filiere in Europa.”
Gli effetti della guerra in Ucraina sono stati sottolineati anche da Herbert Dorfmann: “La situazione in Ucraina ci ha mostrato l’importanza della sicurezza alimentare, che non dev’essere data per scontato.” – e ha aggiunto – “se vogliamo una catena alimentare più sostenibile allora non possiamo continuare così. Comprare frutta e verdura oggi è molto caro e questo non può continuare”.
Il problema del calo dei consumi e dei produttori
La delicata tematica dei consumi è stata affrontata anche dagli ospiti della seconda sessione dell’evento di Areflh, dedicata alla OCM (Organizzazione Comune dei Mercati agricoli) e agli interventi settoriali per il settore ortofrutticolo. Simona Caselli ha moderato un dialogo tra Dan Burgar Kuželički, Jean-Louis Moulon, Lisa Martini, Manel Simon e Luc Vanoirbeek.
Una delle sfide del settore è riuscire a far fronte ai consumi in calo di frutta e verdura. “Al momento non siamo abbastanza veloci per rispondere ai bisogni e avere abbastanza presa sui mercati” – ha commentato Manel Simon, direttore generale di Afrucat – “Le manovre sono necessarie ma non sono sufficienti, dobbiamo migliorare i nostri strumenti di intervento sul mercato per garantire la perennità del nostro settore.”
I dati sui consumi non sono infatti incoraggianti. In un’interessante presentazione dei dati riguardanti la produzione e il consumo di ortofrutta, Dan Burgar Kuželički, Team Leader per Frutta e Verdura– DG AGRI, ha mostrato come in diversi Paesi europei non si arrivi ai grammi di frutta e verdura raccomandati dall’OMS, a causa soprattutto dell’inflazione. D’altro canto, anche la produzione di frutta nell’ultimo anno è calata.
Un ulteriore problema che si affianca alla riduzione dei consumi è la diminuzione del numero di agricoltori in Europa. Luc Vanoirbeek, Segretario generale di VBT, ha portato all’attenzione il preoccupante dato che vede la riduzione di 3 milioni di agricoltori europei negli ultimi dieci anni, con una riduzione del 30%, anche se questo si affianca ad un aumento della produttività. Una grande percentuale di agricoltori, tuttavia, non hanno meno di 45 anni. Jean-Louis Moulon, presidente del Collegio dei produttori di Areflh, ha così commentato: “Una buona percentuale dei finanziamenti al settore va alla sostenibilità, ma ancora si faticano a trovare i fondi dedicati al ricambio generazionale, necessari per accompagnare i giovani nel settore.”
Emilia-Romagna: proposto un Fondo per i danni climatici
Un ultimo punto emerso riguarda sicuramente i cambiamenti climatici e le sfide che questi portano al settore ortofrutticolo. Lisa Martini, direttore di FINAF AOP, ha riportato all’attenzione i devastanti effetti climatici in Emilia-Romagna: 800 milioni di euro per la filiera con le gelate tardive del 2023, 1,5 miliardi di danni per l’alluvione dello scorso anno, 200 milioni per gli episodi legati alla grandine e danni non ancora quantificati per l’ultimo episodio del 2024. “Riguardo all’esperienza con la cimice asiatica che nel 2019 ha portato a 600 milioni di danni, con la presidente Caselli abbiamo discusso per istituire un fondo di mutualizzazione per le perdite di reddito e in questi tre anni è stato utilizzato e dati indennizzi ai produttori, ogni anno ricapitalizzato. La proposta è introdurre risorse aggiuntive finalizzato esclusivamente per i danni degli eventi climatici.”
Caselli: “Serve investire di più e ottenere un fondo dedicato al settore”
Prima della terza ed ultima sessione dell’incontro, dedicata alle sfide della sostenibilità, Simona Caselli ha chiosato: “Serve investire maggiormente per la nostra casa comune, dovremmo ottenere con la nuova programmazione un fondo dedicato che risponda alle ambizioni del settore agricolo.”
Elisa Poletti