"Abbiamo chiesto la sede legislativa per varare la norma che mi piace chiamare mai più aranciate senza arance”. Lo ha annunciato il presidente della Commissione Agricoltura della Camera, Paolo Russo. “Abbiamo innalzato dal 12 al 20% la quota di succo vero di frutto in quella bibita che voglia utilizzare l’espressione arancia o limone o altro – ha spiegato Russo.
"L’Italia è il primo Paese a recepire la direttiva europea e così precisiamo anche che i succhi di frutta e altri prodotti analoghi destinati all’alimentazione umana dal 28 ottobre 2015 non possono contenere zuccheri aggiunti”. “E’ una piccola rivoluzione – spiega Alessandro Chiarelli (nella foto), presidente di Coldiretti Sicilia -. Per ogni 1% in più di succo ci sono 1000 ettari di agrumeti impiegati nella spremitura. Riuscendo a portare la percentuale dal 12 al 20% significa recuperare 8 mila ettari di terreno dove quello che oggi non viene raccolto verrà utilmente impiegato”.
Oggi, spiega Chiarelli, “c’è un problema di arance non raccolte perché non rispondono ai canoni di bellezza che il mercato richiede, nonostante siano di ottima qualità. Il prezzo di ogni chilo, oggi pari a 6/7 centesimi – continua Chiarelli – con questa novità potrebbe tranquillamente passare a 18-20 centesimi. La politica – conclude Chiarelli – non ha più fondi nazionali da spendere e deve ottimizzare le risorse con le normative europee. Il consumatore apprezzera’ anche la maggiore tracciabilità visto che oggi c’è in circolazione succo non tracciato e vengono importati anche fusti con 200 chili di arance di provenienza spesso sconosciuta”.