Alta qualità delle produzioni, richieste elevate e vendite sostenute: si sta profilando un’altra annata di soddisfazioni per la Parlapiano Fruit di Ribera (Agrigento), nonostante le difficoltà generali dovute ad aumento dei costi e rincari generalizzati.
“Stiamo notando sempre più che i prodotti di nicchia e premium come i nostri pagano”, afferma Paolo Parlapiano, responsabile commerciale e marketing dell’azienda siciliana, specializzata nella produzione dell’arancia di Ribera DOP e nella sua commercializzazione che avviene in particolar modo attraverso il canale della GDO.
“Nonostante un calo dei volumi prodotti di circa il 20%, la risposta del mercato è stata molto buona”, afferma il manager agrigentino. “L’interesse al nostro prodotto è testimoniato anche dal fatto che come azienda abbiamo acquisito anche nuovi clienti tra le catene distributive, in particolar modo nel Nord Italia”, annuncia Parlapiano. “In tempi difficili come questi, allargare la clientela è un nuovo motivo d’orgoglio”.
La stagione dell’Arancia di Ribera DOP è partita a novembre con la varietà precoce Navelina, seguita a dicembre dalla Washington Navel, oltre all’arancia Paradiso, varietà Vaniglia, a metà dicembre. “Siamo partiti bene con le vendite, che sono proseguite su buoni se non ottimi livelli anche nei mesi successivi, fino ad ora, momento clou della stagione. Siamo soddisfatti”, conferma Parlapiano.
Parlapiano ha rappresentato in pieno durante l’ultima stagione agrumicola l’Arancia di Ribera D.O.P., con oltre 7 milioni di chili (7.109.041 kg) lavorati di produzione certificata su un totale lavorato di 10.645.620 kg (dati ufficiali MASAF), confermando un primato che si ripete ormai da tantissimi anni. La stragrande maggioranza del prodotto viene venduto nelle principali catene della Gdo italiana (mentre circa il 5% è inviato alle catene distributive estere). Tra il 5% e il 10% della produzione è certificata bio: “un mercato ancora piccolo ma comunque in lieve crescita”.
Emanuele Zanini
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Nella foto di apertura, da sinistra: Paolo, Biagio e Vincenzo Parlapiano