Per le arance siciliane l’annata si sta profilando sempre più molto complicata: la produzione scarsa già preventivata a inizio stagione sta subendo ulteriori perdite dopo l’ondata di maltempo dell’ultimo mese che sta influenzando il mercato.
Aurelio Pannitteri (nella foto), presidente dell’op Rosaria, è preoccupato: “Già le ultime previsioni parlavano di volumi dimezzati. Ora il prodotto è ancora meno. A incidere è ancora una volta il virus della Tristeza che nella zona del Catanese tra Scordia, Lentini, Palagonia ha letteralmente massacrato interi agrumeti”, afferma l’imprenditore siciliano. “I produttori dovrebbero iniziare una seria politica di rinnovamento varietale. Invece la maggior parte è ferma, nonostante la malattia stia imperversando”.
Secondo Pannitteri la campagna di quest’anno sarà particolarmente corta: “Prevedo che si arriverà fino al 30 marzo. Se siamo fortunati riusciremo a tirare fino a inizio aprile. Più in là non credo. Al momento comunque rimane una previsione. Vedremo nelle prossime settimane”. Un bel divario rispetto alla media degli altri anni, quando la disponibilità di arance proseguiva fino a maggio, se non addirittura ai primi giorni di giugno. Un “buco” di una sessantina di giorni le cui conseguenze commerciali sono ancora da valutare.
Tuttavia secondo Pannitteri le vendite del poco prodotto disponibile sono comunque positive. Il problema semmai sono i prezzi alla produzione: “Quest’anno in campagna si viaggia tra i 70 e i 90 centesimi al chilo, con aumenti tra il 50 e il 100% rispetto allo scorso anno quando i produttori chiedevano in media 40-50 centesimi”.
Sul fronte commerciale le arance a marchio Rosaria stano ottenendo comunque un buon riscontro commerciale: “Rispetto agli anni scorsi l’aumento dei prezzi è stato contenuto a un +10-15%. Tuttavia le promozioni e i volantini sugli scaffali della gdo ci danno filo da torcere. I guadagni sono piuttosto risicati”.
Emanuele Zanini
