DA APOFRUIT E COOP SOLE UN PIANO DI SVILUPPO SUL KIWI GIALLO

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Apofruit punta alla Campania per ampliare le proprie superfici di produzione di kiwi giallo (e verde) anche per contribuire all’obiettivo Zespri, con cui collabora, di raggiungere i 5.200 ettari di SunGold che la multinazionale neozelandese ha fissato per le produzioni italiane.
Per vincere sulla reddittività produttiva con le sole 13 insegne italiane che detengono il 95% del mercato ortofrutticolo, tra gli obiettivi del gruppo cesenate, anche la creazione di un livello superiore di integrazione, rispetto alle Op.
Ernesto Fornari
La presentazione del progetto ai produttori campani si è tenuta venerdì scorso in un webinar promosso, oltre che da Apofruit, diretta da Ernesto Fornari, e Zespri, anche dalla Cooperativa campana Sole, che aderisce ad Apofruit, che già sta coltivando, nel casertano, kiwi giallo.
Fabio Marocchi

“Il kiwi – ha spiegato Fabio Marocchi, tecnico agronomo di Apofruit Italia – è la soluzione per quei coltivatori che cercano prodotti che offrono una maggiore marginalità. Un punto essenziale oggi soprattutto per quello colture come le drupacee che stanno perdendo terreno. La Campania, a questo proposito, offre le condizioni di suolo e pedoclimatiche ideali per produrre un kiwi di qualità se si condividono le tecniche colturali ormai consolidate per questo prodotto. Anzi la standardizzazione della tecnica, insieme ad un’adeguata progettazione, sono due elementi fondamentali per la riuscita dei nuovi impianti”.

Gli investimenti iniziali sono importanti (circa 50mila euro per ettaro) e non può certo dirsi che gli aiuti del principale strumento di supporto finanziario UE (ossia l’OCM) sarebbero salvifici, posto che secondo un calcolo di Apofruit si tradurrebbero in 683 euro per ettaro pari due centesimi di euro al chilo. Una cifra irrisoria se ai costi di investimento iniziali si aggiungono anche quelli di manutenzione (tra i 12 e i 18mila euro per ettaro).
“Il vantaggio – precisa Marocchi – è la riduzione delle produzioni dell’emisfero Sud in particolare di quelle neozelandesi. Anche le produzioni del Nord Italia sono in calo per vecchiaia dei frutteti e gli altri impianti italiani non sono molti e sono concentrati solo in alcune aree, tra cui, oltre a Cesena, anche Scanzano Jonico, la Calabria (recentissima) e due o tre altre regioni”.
Secondo i calcoli di Apofruit il settore del kiwi, per questi presupposti, sarà in crescita netta fino al 2025 con piante che vanno in produzione sin dal primo anno. Oltre a questo e agli aiuti Ocm, il colosso ortofrutticolo cesenate ha anche sottoscritto convenzioni con istituti di credito, tra cui BPER, per venire incontro alle esigenze finanziarie dei produttori.
Mario Tamanti

“Tra gli obiettivi di Apofruit – ha detto Mario Tamanti, direttore progetti e finanziamenti Apofruit Italia e direttore dell’AOP Gruppo Vi.va. – c’è anche quello di creare livello superiore di integrazione, rispetto alle Op attraverso, ad esempio, relazioni tra le OP con progetti comuni. Per la programmazione e la commercializzazione, ad esempio, per la creazione di economie di scala. O ancora, per la realizzazione di un sistema integrato che comprenda interconnessione informatica, attraverso l’uso di modelli gestionali comuni per il controllo dei costi”.

Pietro Ciardiello

Per Pietro Ciardiello, direttore di Coop Sole, “l’iniziativa è una grande opportunità per i produttori campani, perché abbiamo rilevato nei nostri impianti attuali di kiwi una risposta produttiva e qualitativa eccellente. Le condizioni climatiche, ambientali e pedologiche sono molto favorevoli e per questo vogliamo creare sviluppo soprattutto in ambito biologico. La produzione di kiwi giallo bio in un ambiente praticamente vergine offre risposte eccellenti e di grande competitività. Saranno coinvolte nel progetto 10 aziende nell’areale prescelto alcune a gestione biologica e alcune convenzionali”.

Mariangela Latella

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