ANNUS HORRIBILIS PER LE FRAGOLE, PREZZI A PICCO. FALZI: “SERVE UNA RIFLESSIONE”

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Annus horribilis per la fragola. Era da tempo che non si assisteva ad una campagna primaverile così disastrosa come quella di quest’anno. Una debacle che ha investito, chi più chi meno, tutta la produzione mediterranea, dalla Spagna, al Marocco, dall’Italia alla Grecia, con raccolto anticipato di 15-20 giorni, sovrapposizione produttiva a causa dell’inverno mite e prezzi ai minimi storici.

Una situazione simile si è verificata anche in Nord Europa, dalla Germania, alla Svizzera fino alla Francia che ha provocato una destabilizzazione del mercato. La vendita sempre più concentrata all’interno della grande distribuzione ha generato una compressione dei prezzi di acquisto delle catene a livelli mai visti prima con quotazioni arrivate a 55-70 centesimi per 500 grammi di prodotto. La difficoltà della produzione spagnola di poter riversare nel canale dell’industria la parte del prodotto in eccedenza ha trascinato tutto il settore in una condizione disastrosa i cui effetti si valuteranno già nella campagna 2015.

Le enormi difficoltà del comparto vengono confermate anche da Matteo Falzi (nella foto), direttore di Villafrut, azienda di Villafontana (Verona) che, vista la consolidata esperienza dell’impresa anche sul mercato spagnolo, analizza da prima la situazione creatasi nel Paese iberico.

In Spagna la campagna, iniziata come nel 2013 ai primi di gennaio, ha avvertito i primi segnali di difficoltà a metà marzo con prezzi in calo del 20-30%. La situazione è peggiorata nella seconda parte del mese con picchi produttivi (+30%) ma con quotazioni crollate del 40-45%. Secondo l’analisi di Falzi ad aprile si è registrato un discreto recupero sebbene i prezzi si siano mantenuti sempre su valori molto bassi, inferiori del 15-20% rispetto al 2013 con volumi che sono andati progressivamente a ridursi rispetto all’anno scorso e abbandono di fragoleti con qualità non eccellenti. La campagna spagnola si è così conclusa tra il 18 e 20 maggio con circa 20 giorni di anticipo rispetto al 2013.

“Il calo produttivo finale si presume possa essere attorno ad un 20% rispetto al 2013 – spiega il direttore di Villafrut – con un -25-30% sui prezzi che deve far riflettere”. Il manager veronese sottolinea inoltre come il distretto produttivo di Huelva, il principale della Spagna per quanto riguarda le fragole – ha incrementato gli impianti del 5% rispetto al 2013 (con le varietà più rappresentative Sabrina, 30%, Primoris, 30%, Splendor, 18%, Fortuna, 8%, Candonga ,5%, altre, 9-10%).

“La prima impressione che si ha guardando in prospettiva al 2015 – aggiunge Falzi – è che l’areale produttivo possa ridursi di percentuali molto importanti e soprattutto si abbandonino alcune varietà molto pregiudizievoli a livello produttivo (Sabrina per l’eccessivo picco produttivo concentrato in un breve periodo, poi Splendor e Fortuna per caratteristiche organolettiche non ottimali e scarsa shelf-life)”.

Per Falzi quest’anno la fragola, dopo annate tutto sommato soddisfacenti, sta subendo la pressione della crisi economica e del conseguente calo dei consumi. Il manager sottoinea inoltre come “anche la Spagna, come già accaduto per l’areale produttivo di Verona, da vari anni ha introdotto un cambio varietale molto importante con una frammentazione che genera una massa produttiva con caratteristiche disomogenee sia di qualità che di gusto. Un tempo la fragola spagnola veniva identificata con la varietà Camarosa, mentre a Verona si parlava della Gorella. Queste due varietà avevano caratteristiche qualitative e organolettiche molto ben conosciute ed identificabili. Ahimé oggi si sono perse di vista queste peculiarità che deve avere un prodotto come la fragola in termini di gusto-sapore-profumo e omogeneità organolettica. La produzione e la ricerca varietale (tranne alcuni casi) si è concentrata più sulla quantità e conservabilità che sul gusto”, afferma il manager scaligero.

Verona si è ritrovata con una concentrazione di prodotto racchiusa in appena 20 giorni che ha fatto crollare i prezzi del 40%. Il Sud Italia pur tra le difficoltà ha tenuto grazie a una finestra produttiva più ampia – tra gli 80 e i 90 giorni – con minori cultivar e con caratteristiche organolettiche migliori. “Villafrut con la sua rete commerciale,suddivisa per il 70% sul mercato italiano e per il 30% su quello estero, ha incontrato le stesse difficoltà commerciali soprattutto su un mercato nazionale molto depresso dalla scarsa domanda e molto in confusione per l’offerta di prodotto nazionale e quello importato”, dichiara Falzi, analizzando i risultati della sua azienda.

“Stimiamo un calo produttivo nei nostri areali e spagnoli attorno al 9/10% ed una contrazione finale nei prezzi di vendita del 20% rispetto al 2013”. “Le difficoltà che affrontiamo quotidianamente nascono dal confronto giorno per giorno con buyer e referenti della gdo che talvolta non hanno complete conoscenze specifiche del prodotto. Il loro unico obiettivo è giocare sulla politica del prezzo, non considerando così la possibilità di mettere la parola fine alla coltivazione di un prodotto che tante soddisfazioni ha potuto offrire ai loro punti vendita”. (e.z.)

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